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Zanoni (PD): “La Regione induce i cacciatori a violare la legge, andando fuori dal proprio Comune nelle giornate arancioni. Basta privilegi assurdi, no a cittadini di serie A e di serie B”

 

Venezia, 28 dicembre 2020

“Nel voler fare un favore ai soliti noti, la Regione ha partorito un bel pasticcio. Con una circolare di oggi del dirigente della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria, trasmessa ad una cinquantina di destinatari come Province, Prefetture, Associazioni venatorie e altri ancora, viene stabilito che nelle giornate arancioni 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio, si possa cacciare anche fuori dal proprio Comune per raggiungere le aziende faunistico venatorie, gli ambiti territoriali di caccia e i comprensori alpini di cui fanno parte. Peccato, però, che il Dpcm dello scorso 3 dicembre dica tutt’altro”. A sollevare il caso è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico: “Il testo del Governo, all’articolo 2, comma 4 lettera b parla chiaro: ‘È vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello  di  residenza,  domicilio  o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di  studio, per motivi di salute, per situazioni di  necessità  o  per  svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi  e  non  disponibili  in tale comune’. Non si fa alcun riferimento ad attività ludiche o sportive che possano derogare al divieto. Ma a rendere grottesca la situazione – sottolinea – è il fatto che nella circolare della Regione, per supportare la propria tesi, vengano citati anche riferimenti normativi inesistenti. A partire dall’ordinanza di Zaia, la 169 del 17 dicembre 2020 che è però già scaduta. Nell’area dedicata al Covid 19 sul sito della Regione Veneto dedicato al Covid 19 si può leggere infatti il seguente avviso ‘A seguito della pubblicazione del Decreto Legge n. 172 del 18 dicembre 2020, si informa che l’Ordinanza regionale n. 169 del 17 dicembre 2020 rimane in vigore fino al 23 dicembre compreso’. Poi viene citato l’articolo 3, comma 4, lettera b del Dpcm del 3 dicembre 2020 che nulla a che fare con la caccia, poiché si occupa di attività commerciali al dettaglio, prodotti agricoli e florovivaistici, edicole, tabaccai, farmacie, parafarmacie. Capisco la smania di voler compiacere la solita lobby amica, ma qui si va oltre e si rischia addirittura di danneggiarla”. 

“La circolare regionale – prosegue – si scontra con quelle che le polizie provinciali hanno inviato la scorsa settimana alle associazioni venatorie dove hanno ben specificato che nelle giornate arancioni si può cacciare ‘esclusivamente all’interno del comune di residenza’: chi sconfina è passibile di salate sanzioni, da 400 a 1000 euro”.

“Trovo grave – aggiunge in chiusura Zanoni – che la Regione all’ultimo minuto se ne esca con un provvedimento utile a consentire ancora privilegi al mondo venatorio: la legge è uguale per tutti, non ci possono essere cittadini di serie A di serie B. Un provvedimento che, peraltro, è un obbrobrio, privo di basi giuridiche e con citazioni normative sbagliate. Chiedo direttamente al presidente Zaia di farlo ritirare quanto prima, per evitare ulteriori problemi sia agli addetti alla vigilanza che gli stessi cacciatori”. 

 
 
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