“La cifra di 180 milioni, riferita con ‘beneficio di inventario’ dal procuratore capo del Tribunale di Vicenza, per la realizzazione delle bonifiche del sito Miteni, in provincia di Vicenza fa tremare i polsi. In attesa della precisa quantificazione, parliamo comunque di una spesa di dimensioni pesanti. Con una preoccupazione inevitabile: davvero saranno i diretti responsabili delle contaminazioni da Pfas a pagare?”. A dirlo i consiglieri regionali del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto e Andrea Zanoni, relativamente all’audizione della Commissione di inchiesta parlamentare cui ha preso parte il procuratore capo Giorgio Lino Bruno.
“Il processo in corso – sottolineano Bigon, Luisetto e Zanoni – dovrebbe concludersi in primavera, quando sono attese le sentenze. Al di là dell’esito finale, c’è da chiedersi se la Regione si stia ponendo il problema di una bonifica che, dati i costi oppure con i diretti responsabili latitanti, potrebbe rimanere in sospeso. La verità è che l’irresponsabile disinteresse della stessa Regione, che aveva conoscenza di quanto stava accadendo, ha prodotto a cascata questa situazione, a forte rischio di boomerang, non solo già dal punto di vista sanitario ma anche finanziario”, concludono le consigliere.