“Evidentemente il progetto di legge che ho presentato per affidare anche al presidente della Regione le competenze per limitare il traffico e contrastare l’inquinamento da smog ha creato non pochi disagi a chi dovrebbe tenere in pugno le redini del Veneto. Da un lato è pesante l’assenza dell’assessore all’ambiente Bottacin e di larga parte della Giunta. Contemporaneamente sono gravissime le accuse del consigliere di maggioranza Michieletto, peraltro completamente fuori tema ed impreparato sull’argomento”. La presa di posizione, alla luce del dibattito in aula, è del consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni, che assieme alla capogruppo dem, Vanessa Camani, stigmatizza l’intervento di Gabriele Michieletto (Zaia Presidente).
“Lasciare intendere, come ha fatto il consigliere facendo richiamo ad un ‘metodo Qatar’ e a ‘valigette di milioni’, che questo progetto di legge è stato presentato dietro compenso, è inaudito. Sono parole irricevibili, peraltro pronunciate in un’aula istituzionale. Abbiamo chiesto un intervento della presidenza e che si assumano provvedimenti per comportamenti di questo tipo. Abbiamo in ogni caso apprezzato il richiamo immediato giunto dal presidente Ciambetti. Tornando alla questione posta al centro del dibattito, la gestione della lotta allo smog in Veneto – evidenzia Zanoni – viene condotta con misure scoordinate e disomogenee, che si dimostrano del tutto inefficaci. Rimaniamo della convinzione che sia necessario modificare il codice della strada, conferendo questo potere anche alle Regioni, in modo da consentire l’adozione di provvedimenti applicabili in contemporanea e in maniera omogenea, anche per non lasciare i sindaci abbandonati a loro stessi in una partita dai confini ben più ampi di una singola città”, conclude Zanoni.