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Zanoni (PD): “Commissione di garanzia attesa da nove anni. Presentato un Pdl per chiedere il rispetto dello Statuto e tutelare il lavoro dei consiglieri”

Venezia, 19 maggio 2021

“Sono passati nove anni dall’approvazione dello Statuto del Veneto e l’unica parte rimasta senza attuazione è la Commissione di garanzia, uno strumento indispensabile a tutela non solo delle minoranze ma di tutti i consiglieri, le cui prerogative sono state progressivamente ridotte. Visti i numeri attuali, con 10 rappresentanti di opposizione contro i 22 della scorsa legislatura, crediamo sia ancor più urgente e preziosa. Oggi abbiamo depositato un Pdl per chiedere che venga finalmente istituita, mi auguro che possa approdare in aula in tempi rapidi, a differenza di quanto accaduto con quello presentato nel 2018, rimasto lettera morta”. È quanto dichiara Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, primo firmatario di una proposta di legge per chiedere la completa attuazione dello Statuto. Oltre a Zanoni, hanno sottoscritto il Pdl il capogruppo Pd Giacomo Possamai, i colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis e gli altri rappresentanti di opposizione, Cristina Guarda  (Europa Verde), Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Erika Baldin (Movimento Cinque Stelle) e Arturo Lorenzoni, speaker delle minoranze. 

 

“La Commissione di garanzia è un organo di consulenza e garanzia, previsto dall’articolo 62 della Legge fondamentale del Veneto, formato da tre membri, scelti tra esperti di diritto costituzionale, amministrativo o regionale, eletti con la maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. A differenza della Giunta per il regolamento, che riproduce i rapporti di forza tra maggioranza e minoranza, è una squadra super partes in grado di fornire pareri tecnici non condizionati dall’appartenenza partitica. Sarebbe un punto di riferimento importante per risolvere i conflitti tra organi del Consiglio, che ci sono stati anche nella passata legislatura con alcune forzature regolamentari. Forzature a cui si è aggiunta la compressione delle prerogative dei consiglieri sull’attività ispettiva penalizzando soprattutto l’opposizione ma svilendo il ruolo dell’intera aula. Dovrebbe essere interesse di tutti svolgere al meglio il compito per il quale siamo stati votati dai veneti”, sottolinea Zanoni.

 

“Una volta istituita la Commissione potremmo chiedere un parere sul ‘bavaglio’ alle minoranze dovuto a una legge elettorale sbagliata e pericolosa. Con i numeri attuali, infatti, l’elenco degli strumenti negati è lungo: mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione e dell’Ufficio di Presidenza, mozione di riserve nei confronti di singoli assessori della Giunta, richieste di audizioni in commissione, di convocazione della conferenza dei capogruppo o del Consiglio regionale e delle commissioni. È infatti necessario, a seconda dei casi, un quinto o un quarto dei componenti delle Commissioni e Consiglio, ovvero 13 o 11 rappresentanti. Non crediamo sia corretto che certi diritti, solo per il fatto di essere scesi sotto una quota minima, vengano spazzati via”.

 
 
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