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Zanoni (PD): “Abbattimento di cinghiali nel Parco Colli, l’inchiesta penale continua. La Regione prenderà dei provvedimenti ?”

“La proroga dell’inchiesta sui ‘selettori’ autorizzati ad abbattere i cinghiali nel Parco Colli deve far riflettere. E la Regione cosa intende fare, in attesa delle indagini della magistratura, anche in chiave di autotutela?”. A chiederlo è il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni dopo che il Gip di Padova Margherita Brunello ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura, disponendo invece altri tre mesi di approfondimenti investigativi.

“I punti da chiarire sono ancora tanti – prosegue l’esponente dem a Palazzo Ferro Fini – Dalla corrispondenza tra il numero di capi abbattuti e quello delle macellazioni di cinghiali avvenute nella zona a chi pagava materialmente le prestazioni, se vi è stato guadagno illecito nella vendita dei cinghiali, fino alle modalità con cui sono stati nominati i selecontrollori e perché alcune domande sono state respinte. Visto che tra i cinque indagati c’è anche il direttore del Parco, in qualità di presidente della Commissione esaminatrice dei selecontrollori, il Commissario della regione valuti i provvedimenti da adottare. Inoltre, visto che lo stesso Parco, insieme allo Stato, figura come parte offesa, mi auguro che quanto prima la Regione batta un colpo e dia un segnale forte aprendo una indagine interna per vederci chiaro”.

“Quello degli abbattimenti è un tema molto delicato, perciò vanno tassativamente rispettate tutte le regole, nessuno nega che sia necessario il riconoscimento dei danni. La Giunta Zaia ha provato a scardinare queste regole inserendo nel Collegato al bilancio una proposta di Berlato che di fatto cancellava le aree protette del Parco Colli aprendo la strada all’assalto indiscriminato dei cacciatori, salvo fare un parziale dietrofront davanti alle proteste del territorio. Il pericolo però non è ancora scampato. Adesso, inoltre, con il Piano triennale di controllo, la Regione ha dato il via libera all’uccisione degli ungulati anche con arco e frecce, una crudeltà aggiuntiva di cui non si sentiva il bisogno”.

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