L’Ue invia un parere motivato (seconda fase della procedura di infrazione) all’Italia per il non adeguamento della Direttiva Ue sui veicoli fuori uso. Andrea Zanoni (IdV): “Dall’orecchio ambientale l’Italia non ci sente. Due mesi per evitare di finire di fronte alla Corte di Giustizia”
“Dall’orecchio dell’ambiente l’Italia proprio non ci sente. Oggi la Commissione europea ha formulato un parere motivato per il mancato recepimento della direttiva sui veicoli fuori uso”. Lo riferisce Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo. “Si tratta della seconda fase del procedimento d’infrazione. L’Italia si conferma tra i Paesi più indisciplinati sulla normativa ambientale europea”.
Adesso l’Italia ha due mesi per rispondere al parere motivato dell’Ue, se no finisce un’altra volta di fronte alla Corte di Giustizia europea. “La modifica all’attuale normativa doveva essere adottata entro il 31 dicembre 2011, ma nel nostro Paese le questioni ambientali vengono sempre relegate all’ultimo posto nell’agenda delle emergenze”, attacca Zanoni. Nel dettaglio, l’Italia avrebbe dovuto adottare alcune modifiche alla direttiva 2000/53/EC sui veicoli fuori uso.
“Ogni anno in Europa vengono prodotte tra gli 8 e i 9 milioni di tonnellate di rifiuti derivanti dalle automobili dismesse. Ecco che un loro corretto smaltimento non è cosa da poco. Invito le autorità italiane a provvedere prima possibile prima che a chiedercelo sia la Corte di Giustizia”, conclude l’eurodeputato.
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