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Risarcimento delle vittime di reati violenti, Italia sotto procedura d’infrazione Ue

La Commissaria Ue alla Giustizia risponde a Zanoni dopo il caso della bambina stuprata e non risarcita a Treviso. “Italia sotto procedura d’infrazione”. Zanoni: “La Direttiva 80 del 2004 prevede che lo Stato indennizzi le vittime di simili tragedie, di gravi reati in Italia frequenti soprattutto ai danni di donne e bambini”

 

“In seguito a un’analisi approfondita, la Commissione europea ha avviato nel 2012 un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia per mancata conformità alla direttiva 2004/80/CE e attualmente sta considerando le ulteriori fasi della procedura”. E’ la risposta della Commissaria Ue alla Giustizia Viviane Reding all’interrogazione dell’eurodeputato ALDE Andrea Zanoni, sul risarcimento delle vittime di reati violenti. Zanoni: “Lo stato italiano ha il dovere di indennizzare le vittime dei reati intenzionali violenti nel caso in cui il condannato non abbia i mezzi per farlo come sancisce la Direttiva 2004/80/CE”.

 

Zanoni ha denunciato in Europa la mancanza italiana dopo il caso di una bambina di dieci anni affetta da deficit mentale nel comune di Santa Lucia di Piave (TV), violentata nel 2008 da un clandestino, che non ha mai ricevuto dal suo aggressore l’indennizzo economico stabilito dai giudici. “Sono in contatto con l’avvocato Stefano Pietrobon legale della famiglia della bambina perché ho in programma di attivarmi oltre che con la Commissione europea anche con le  commissioni parlamentari competenti in materia”.

 

La Commissarie Reding, nella sua risposta, passa in rassegna il mancato recepimento corretto dell’Italia della direttiva 2004/80/CE relativa all’indennizzo delle vittime di reato. “In base alla direttiva, tutti gli Stati membri dovevano comunicare alla Commissione le disposizioni nazionali di recepimento entro il 1° gennaio 2006”. “Poiché l’Italia non ha effettuato la notifica entro i termini previsti, nel 2006 la Commissione ha avviato nei suoi confronti un procedimento di infrazione”. In seguito “l’Italia ha ottemperato a tale obbligo comunicando le disposizioni di diritto interno adottate con il Decreto legislativo 9 novembre 2007 n°204”. Successivamente, “quando la Commissione ha pubblicato la relazione sull’attuazione della direttiva, le misure di recepimento italiane sono risultate sufficienti a garantire il conseguimento degli obiettivi specifici previsti all’articolo 12”, tuttavia, “sulla base di denunce analoghe a quella presentata dall’onorevole parlamentare e informazioni ricevute negli ultimi anni, la Commissione ha ritenuto opportuno proseguire con la procedura d’infrazione”.

 

L’articolo 12, paragrafo 2, della direttiva parla chiaro: tutti gli Stati membri provvedono a che le loro normative nazionali prevedano l’esistenza di un sistema di indennizzo delle vittime di reati intenzionali violenti commessi nei rispettivi territori, che garantisca un indennizzo equo ed adeguato delle vittime – incalza Zanoni – Ma la legislazione italiana prevede soltanto l’indennizzo delle vittime di alcuni reati intenzionali violenti, quali il terrorismo e la criminalità organizzata, ma non di tutti i reati di quel tipo. Però in Italia i reati più gravi ed efferati sono commessi da singoli ai danni delle categorie più deboli come donne e bambini”.

 

Ho intenzione di andare fino a fondo in questa faccenda – conclude l’eurodeputato – Lo stato italiano ha il dovere morale di adempiere a quest’obbligo e contribuire, sia pure in minima parte, ad alleviare le sofferenza delle vittime di questi atroci reati”.

BACKGROUND

 

Il caso specifico denunciato da Zanoni a Bruxelles, vede una bambina di dieci anni violentata il 22 Aprile 2008. La bambina e la sua famiglia sono stati rappresentati legalmente dall’avvocato Stefano Pietrobon del foro di Treviso. L’aggressore, un marocchino clandestino, attraverso i tre gradi processuali, è stato condannato a otto anni di reclusione e a pagare 125.000 euro di risarcimento morale, somma mai pagata in quanto l’aggressore risulta nullatenente.

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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