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Politica – Zanoni (PD): “Commissioni, serve un’operazione trasparenza: le sedute devono essere pubbliche”

Venezia 5 mar. 2019 –  “Più trasparenza per i lavori delle Commissioni, sia ordinarie che speciali: il regolamento deve essere rivisto”. È la convinzione di Andrea Zanoni (Pd) primo firmatario di una proposta di modifica del regolamento del Consiglio, sottoscritta dal capogruppo  Stefano Fracasso, dai colleghi Graziano Azzalin, Orietta Salemi e Francesca Zottis oltre a Cristina Guarda (AMP) e Patrizia Bartelle (IiC). “Se la Regione è una casa con le pareti di vetro, iniziamo da qui, con piccoli ma significativi cambiamenti.

Le sedute devono essere pubbliche come accade per il Consiglio, con la possibilità per tutti i cittadini del Veneto e non solo, di seguirle in streaming. Le ‘porte chiuse’ siano l’eccezione, motivata, e non la norma. Le sedute pubbliche, come accade in altre regioni dalla Lombardia al Piemonte passando per l’Emilia Romagna e addirittura per le venti Commissioni dell’Europarlamento, permetterebbero di abbattere un tabù: la segretezza dei verbali, che potranno così essere pubblicati come accade per quelli del Consiglio.

Da membro della Commissione speciale di inchiesta sui Pfas ho assistito in prima persona alle conseguenze illogiche, se non a vere e proprie ingiustizie, di un regolamento sbagliato – aggiunge Zanoni – Ricordo in occasione delle audizioni dei sindaci delle zone contaminate, colleghi, anche di maggioranza, che avevano attraversato tutto il Veneto per partecipare alla seduta, accompagnati alla porta perché non facevano parte della Commissione, mentre potevano assistere rappresentanti delle associazioni di categoria, consiglieri comunali o funzionari delle Ulss. Un’assurdità, non è il modo migliore per raggiungere gli obiettivi che una Commissione speciale si propone”.

Da qui specifica la nota de consigliere del Pd”  la richiesta che alle sedute possano partecipare, senza diritto di voto, anche i consiglieri esterni.  Sempre per assicurare più trasparenza e migliorare i lavori, proponiamo poi di far partecipare in qualità di uditori, un funzionario per ciascun gruppo, a supporto dei consiglieri. Si tratta di soluzioni che sono già realtà in altre Regioni come Lombardia, Emilia Romagna e Toscana; da ciò che ho potuto vedere, studiando i vari regolamenti, mi sembra che quello del Veneto sia tra i più chiusi. Se Zaia vuole una Regione che sia una casa di vetro, cominciamo da qua”.

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