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Ex nuova ESA di Marcon (VE), l’Ue chiede all’Italia: com’è stata bonificata l’area?

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’eurodeputato Andrea Zanoni: abbiamo chiesto alle autorità italiane notizie sulla bonifica dell’intera zona. Zanoni: “Accertare le responsabilità della mancata bonifica e far pagare il prezzo dell’inquinamento a chi lo ha causato

 

“Per quanto riguarda la struttura ora denominata “ex Nuova ESA”, sita tra Marcon (in provincia di Venezia) e Mogliano Veneto (in provincia di Treviso), la Commissione europea chiederà di ricevere informazioni sulle misure intraprese per bonificare l’area”. E’ la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, sulla discarica Ex Nuova ESA, tra Marcon (VE) e Mogliano Veneto (TV) per irregolarità nella gestione dei rifiuti. Zanoni: “La Commissione europea faccia luce sulla mancata bonifica dell’area e renda finalmente giustizia a quanti, cittadini e associazioni, continuano a denunciare questo inquinamento da anni”.

 

Zanoni aveva denunciato in Europa la struttura denominata “Ex Nuova ESA”, tra le province di Venezia e Treviso, ubicata per la maggior parte nel territorio del comune di Marcon (VE) e, in misura minore, in quello di Mogliano Veneto (TV), un ex impianto di trattamento di rifiuti oggetto di sequestro dall’anno 2004 a seguito di vicende giudiziarie relative a operazioni di illecito smaltimento, che hanno coinvolto i vertici dell’allora società di gestione.

 

A oggi, risultano essere ancora stipate nel sito circa 5.800 tonnellate di rifiuti speciali in parte pericolosi non catalogati, stoccati con modalità tali da essere fonte di elevato rischio ambientale, come risulta da una relazione predisposta congiuntamente dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia e dall’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto ARPAV – spiega l’eurodeputato – Purtroppo la società acquirente del residuale ramo d’azienda si è resa inadempiente all’obbligo di smaltimento dei rifiuti irregolari. Per questo la Regione Veneto ha stanziato 2 milioni di euro, una cifra del tutto insufficiente a garantire le necessarie attività di messa in sicurezza”.

 

Adesso vediamo come reagiranno le autorità italiane alla richiesta di informazioni da parte della Commissione europea – conclude Zanoni – L’obiettivo resta fa pagare a chi ha inquinato il prezzo di quanto causato bonificando il sito nella maniera più completa possibile”.

  

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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