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Ambiente – Zanoni (PD): “Ex Nuova Esa: dalla Regione altri 3,3 milioni per la bonifica del sito. E chi ha provocato questo disastro finora non ha pagato un centesimo”

Venezia 19 ott. 2018  – “Un disastro ambientale praticamente senza colpevole, vista la pena irrisoria, che sta costando alle casse pubbliche milioni di euro a distanza di quasi quindici anni, perché i responsabili non hanno effettuato ancora alcuna bonifica”. È il commento del Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni a proposito del caso ‘Ex Nuova Esa’ di Marcon e “dell’ulteriore stanziamento regionale di due milioni e mezzo, di cui si è discusso ieri in Seconda commissione all’interno della Proposta di deliberazione amministrativa (Pda) ‘Riallocazione di risorse finanziarie a valere sui finanziamenti della Legge speciale per Venezia’: 5.800 tonnellate di rifiuti pericolosi sono state stoccate illegalmente a Mogliano Veneto e Marcon, con gravi rischi per la salute dei residenti e le falde acquifere, come risulta da una dettagliata relazione congiunta del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Venezia e dell’Arpav. In un’area a rischio idraulico sono stati rinvenuti addirittura 180 fusti di pentasolfuro di fosforo. L’impianto di trattamento è stato oggetto di sequestro nel 2004, da allora lo smaltimento ha riguardato solo una minima parte”.

“Così tocca al pubblico intervenire – puntualizza Zanoni – 850mila euro stanziati a inizio mese e adesso un nuovo finanziamento da due milioni e mezzo, che si aggiungono al primo da due milioni risalente al settembre 2012, utilizzato proprio per smaltire i fusti di pentasolfuro di fosforo. In tutto cinque milioni e trecentocinquanta mila euro per mettere in sicurezza e bonificare il sito e non sappiamo se basteranno. Infatti restano presenti tonnellate di rifiuti di plastica e decine di sylos contenenti liquidi non ancora classificati, per non parlare delle sorprese che, a rifiuti smaltiti, potrebbero esserci nel suolo e nella falda acquifera”.

“Nel frattempo chi ha provocato questo disastro – lamenta il Vicepresidente della commissione Ambiente – è stato condannato in primo grado nel gennaio 2016 a soli nove mesi con pena sospesa, e neanche mezzo milione di risarcimento. Mi auguro che in secondo grado, visto che la sentenza è stata appellata a maggio di due anni fa e quindi non è stato sborsato un centesimo, i giudici siano ben più pesanti e facciano pagare ai responsabili l’intero conto della bonifica”.

 

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