ANDREA

ZANONI

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Ecco il cosiddetto “Teorema Zanoni”

Il Teorema Zanoni (simpatica espressione inventata da GeaPress) è facile: “Se a pagare le conseguenze di scelte politiche sbagliate sono tutti i cittadini poco importa, ma se a pagare sono i politici allora è tutta un’altra cosa”.

 

E’ quello che si deduce dalla battaglia sulla caccia in deroga in Veneto portata avanti dall’Eurodeputato tra Venezia e Bruxelles (VIDEO).

 

Siamo in Veneto, e come ogni settembre e ottobre la Giunta Zaia scrive sotto dettatura della lobby dei cacciatori, di cui è sempre più schiava, una delibera sulla caccia in deroga in violazione delle disposizioni europee previste dalla Direttiva Ue 2009/147/CE (Uccelli). Si tratta di un allungamento della lista delle specie cacciabili con l’aggiunta di specie protette in tutta Europa come ad esempio Pispola, Prispolone, Fringuello, Peppola, Frosone, Storno, Tortora dal collare e così via. Di fatto così viene depenalizzato il reato di bracconaggio, reato che invece continua ad esistere in tutte le altre regioni italiane, per chi uccide queste specie di uccelli protetti.

 

Quest’anno più che mai, soprattutto visti i precedenti dell’anno scorso e la sentenza di condanna della Corte di Giustizia Ue del novembre 2010, i rischi di sanzione sono alti. Per questo Andrea Zanoni, eurodeputato IdV nonché presidente della LAC Veneto, si muove per tempo: a pagare le multe che quest’anno saranno molto probabilmente comminate all’Italia per la violazione della Direttiva Uccelli NON DEVONO ESSERE I CITTADINI ITALIANI NE’ QUELLI VENETI. Che a pagare siano I RESPONSABILI POLITICI della caccia in deroga.

 

Ma facciamo un rapido excursus dei momenti salienti riguardanti la caccia in deroga in Veneto per la stagione 2012-2013.

 

12 settembre 2011: Andrea Zanoni viene proclamato Eurodeputato

 

22 settembre 2011: Interrogazione alla Commissione europea sulla caccia in deroga in Lombardia

 

La Commissione europea intervenga urgentemente a fermare la caccia in deroga a specie protette approvata dalla regione Lombardia facendo ricorso alla Corte di Giustizia Ue

 

27 settembre 2011: Interrogazione alla Commissione europea sulla caccia in deroga in Veneto

 

La Commissione europea intervenga urgentemente per fermare la caccia in deroga a specie protette approvata dalla regione Veneto facendo ricorso alla Corte di Giustizia Ue

 

13 ottobre 2011: Zanoni incontra Commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik sulla caccia in deroga

 

“La Commissione europea sta seguendo da vicino il problema. Il rischio sanzioni si avvicina”

 

25 maggio 2012: Il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik manda una lettera al Ministro all’Ambiente italiano Corrado Clini: Se anche quest’anno ci saranno deroghe alla caccia allora scattano le sanzioni;

 

“Se per la prossima stagione venatoria 2012-2013 venissero adottate in Italia deroghe illegittime, la Commissione non avrà altra scelta che presentare un secondo ricorso alla Corte di giustizia Ue proponendo sanzioni pecuniarie contro la repubblica italiana”

 

20 luglio 2012: La Direzione Centrale Ambiente della Commissione europea avverte ancora:

 

“Il progetto di deroga per la stagione venatoria 2012-2013 predisposto dalla Regione Veneto presenta gli stessi vizi già dichiarati dalla Corte nella sentenza dell’11 novembre 2010 e nuovamente censurati dalla Commissione europea nella lettera di costituzione in mora inviata alla Repubblica italiana il 25 novembre 2011”

 

14 settembre 2012: Andrea Zanoni incontra Procuratore della Corte dei Conti di Venezia

 

Il procuratore capo della Corte dei Conti di Venezia, Dott. Carmine Scarano, conferma che la legge 11/2005 sancisce che tutti gli enti, le regioni per prime, devono fare di tutto per non violare il diritto comunitario. Se la Corte di Giustizia europea applica una sanzione che viene notificata allo Stato membro il governo ha poi il diritto di rivalsa nei confronti della regione che ha causato le sanzioni e quindi può essere presentato un esposto alla Corte dei Conti nei confronti dei responsabili politici. Esiste un precedente che risale a circa 15 anni fa e che riguarda proprio l’allora assessore alla caccia del Veneto Luciano Falcier condannato per uno spot sulla fauna selvatica realizzato con i soldi della Regione e costato ben 500 milioni di vecchie lire.

 

14 settembre 2012:  Roberto Formigoni scrive al Presidente del Consiglio regionale Lombardia per chiedere un passo indietro

 

“Risulta ormai assodato che il ricorso allo strumento legislativo (della deroga, nda) costituisce di per se una violazione dell’ordinamento comunitario, oltre che si quello costituzionale. Tale iniziativa contravviene al principio di leale collaborazione con la Commissione europea, avanti la quale risulta ancora aperta l’infrazione in materia. Ritengo pertanto indispensabile richiamare la Tua attenzione sulle gravissime conseguenze pecuniarie. Faccio riferimento in particolare alla nota inviata in data 25.05.2012 al Ministro dell’ambiente Clini dal Commissario europeo Potocnik nella concreta prospettiva di condanna con annessa sanzione pecuniaria, vi sarebbero i presupposti per un’azione di rivalsa da parte dello Stato nei confronti di Regione Lombardia con notevole impatto sul bilancio di quest’ultima e conseguentemente su tutti i cittadini lombardi”.

 

18 settembre 2012: Commissario Ue all’Ambiente risponde ad una lettera scritta di Zanoni e del collega Niccolò Rinaldi

 

“Ritengo che la ripetuta concessione di deroghe incompatibili con la direttiva Uccelli 2009/147 costituisca una violazione particolarmente grave del diritto ambientale Ue. Vi confermo che i miei servizi stanno valutando tutte le informazioni disponibili per valutare se le Autorità italiane stiano assicurando, sia a livello nazionale che regionale, piena esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia Ue del 15 luglio 2010. La Commissione non esiterà a presentare un secondo ricorso dinanzi alla Corte Ue proponendo l’imposizione di sanzioni pecuniarie contro la repubblica italiana qualora venissero concesse ulteriori deroghe illegittime”

 

21  settembre 2012: Zanoni scrive al Premier italiano Mario Monti e al Commissario Ue Janez Potočnik per denunciare la caccia in deroga in Lombardia (al voto il 25 settembre).

 

A Potocnik: “Mi rivolgo a Lei, Commissario, nella speranza che possa intervenire urgentemente presso il governo italiano per scongiurare l’approvazione di questa norma, evitando così il verificarsi dell’ennesima violazione della normativa Ue in materia di tutela della biodiversità da parte della Repubblica italiana”

A Monti: “Si tratta di una corsa contro il tempo per evitare che l’ennesima violazione italiana sulla caccia in deroga si materializzi con tanto di sanzioni europee”

 

25  settembre 2012: Il Consiglio regionale lombardo vota contro la caccia in deroga in Lombardia.

 

Gli avvisi di Zanoni e la lettera di Formigoni sortiscono l’effetto voluto: approvate due pregiudiziali in Consiglio regionale lombardo (poste da IDV e Sel ma votate anche da qualche consigliere di maggioranza) che hanno comportano la “non trattazione” del provvedimento sulla caccia.

 

25  settembre 2012:  Zanoni scrive a Luca Zaia e a tutta la Giunta veneta per l’ultimo avvertimento

 

“Preciso che il sottoscritto si è personalmente recato in data 14 settembre 2012 a colloquio con il procuratore capo della  Corte dei Conti di Venezia, Dott. Carmine Scarano, il quale ha segnalato la possibilità di far pagare direttamente le sanzioni europee ai responsabili regionali per danni all’Erario”

 

7 ottobre 2012: Zanoni prepara l’esporto alla Corte dei Conti per i consiglieri che in IV commissione consigliare domani (8 ottobre) voteranno a favore per la caccia in deroga

 

“Ho già pronto l’esporto alla Corte dei Conti con i nomi degli assessori che hanno presentato la delibera sulle deroghe per far pagare a loro le sanzioni che arriveranno da Bruxelles. Adesso mancano solo i nomi dei consiglieri che domani voteranno a favore di questo regalo illegittimo alla lobby dei cacciatori”

 

8 ottobre 2012: I consiglieri, terrorizzati all’idea di dover pagare di tasca propria, chiedono un parere legale all’avvocatura della Regione: “E’ davvero possibile che facciano pagare noi?”

 

15 ottobre 2012: I consiglieri non decidono e rinviano ancora la decisione sulla delibera sulla caccia in deroga dopo che l’avvocatura regionale ha confermato che a pagare le eventuali multe europee possono essere i consiglieri che votano sì.

 

Dal parere legale: “Nell’ipotesi di condanna dello Stato italiano e successiva rivalsa nei confronti della Regione, si apre la possibilità per la Corte dei Conti di azionare la procedura di responsabilità amministrativa per danno erariale nei confronti di quest’ultima. Nel caso di deliberazioni di organi collegiali, la responsabilità si imputa esclusivamente a coloro che hanno espresso voto favorevole e analogamente gli organi politici potranno essere chiamati a rispondere dei danni arrecati all’amministrazione”

 

 

Conclusioni: Appare evidente che la Giunta Zaia e gli stessi consiglieri della IV Commissione Consiliare del Veneto NON HANNO FATTO UNA PIEGA di fronte agli avvisi della Commissione europea di sanzioni per la caccia in deroga FINCHÈ NON HANNO AVUTO LA CERTEZZA CHE A PAGARE SAREBBERO POTUTI ESSERE LORO. Insomma, finché di mezzo c’erano le TASCHE DEI CITTADINI erano pronti ad andare avanti con la caccia in deroga. Appena Zanoni, dopo essersi rivolto alla Corte dei Conti gli ha messo la pulce nell’orecchio che a pagare sarebbero potuti essere loro, la votazione sulla caccia in deroga è stata SOSPESA BEN DUE VOLTE.

 

Insomma: I CONSIGLIERI DELLA IV COMMISSIONE VENETO SI SONO FERMATI SOLO DI FRONTE ALLA POSSIBILITÀ CHE A PAGARE SIANO LORO E NON I CITTADINI !

 

Andrea Zanoni: “Prima di tutto mi auguro che la delibera sulla caccia in deroga, nonostante le pressioni della lobby venatoria e la faccia tosta della Regione Veneto finisca nel cestino per salvare la vita a migliaia di uccelli migratori protetti ed evitare le famigerate sanzioni europee. Tuttavia trovo scandaloso che i consiglieri si siano fermati solo di fronte all’eventualità che a pagare siano loro e non l’intera comunità. Ad ogni modo, visto che è solo questo il linguaggio che le orecchie della Giunta Zaia e della sua maggioranza capiscono, sarà mia premura ricorrere alla Corte dei Conti ogni qualvolta sarà possibile far pagare ai diretti responsabili il prezzo delle loro scelte politiche illegittime. La caccia è solo l’inizio, adesso tocca ad ambiente, rifiuti, discariche ed inquinamento dell’aria. E’ arrivata l’ora che gli amministratori veneti si assumano la responsabilità delle loro scelte, è arrivata l’ora che i colpevoli paghino di tasca propria per i danni che loro, con le loro scelte, hanno causato”

 

 

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