Gentile Direttore,
Colgo l’occasione della lettera inviata da Italcaccia Veneto all’Onorevole Antonio Di Pietro, con la quale viene chiesto di “bloccarmi” nella mia “crociata contro la caccia in deroga”, per rivolgermi non solo ai tesserati di Italcaccia Veneto ma a tutti i cacciatori del Veneto. Gentili signori, siete stati imbrogliati per anni. Mi spiego meglio. Per anni l’amministrazione regionale del Veneto vi ha fatto credere che la caccia in deroga fosse legittima. Ebbene il mio intervento in sede europea e regionale ha dimostrato il contrario.
Veniamo ai fatti: c’è una direttiva europea, la 2009/147/CE, che vieta espressamente la caccia a certe specie di uccelli (Pispola, Prispolone, Fringuello, Peppola, Frosone, Storno, Tortora dal collare e così via). Per anni questa norma europea è stata calpestata da delibere e leggi regionali illegittime, come ha sancito la Corte di Giustizia Ue del novembre 2010, che vi hanno abituato a fare i bracconieri per anni. Come risultato milioni di piccoli uccelli migratori protetti sono stati abbattuti illegalmente ed impunemente negli ultimi dieci anni.
Personalmente non condivido la caccia. La reputo un’attività barbara e crudele. Tuttavia il mio operato di eurodeputato non è una missione personale bensì una battaglia per chiedere il rispetto delle leggi attualmente vigenti. L’Europa sta avvisando l’Italia da mesi in merito all’illegittimità delle deroghe venete. Come eurodeputato mi sono attivato, nei limiti del mio mandato, affinché il messaggio arrivasse alle orecchie delle autorità regionali. E ci tengo ad attirare la vostra attenzione su un punto: i consiglieri di maggioranza della IV Commissione consiliare si sono fermati “solo” quando hanno avuto paura di dover pagare “con le loro tasche” le multe europee. Quando c’erano in ballo “i soldi dei cittadini” non hanno fatto una piega.
La mia è una battaglia per il rispetto della “legalità”, e non soltanto per quanto riguarda la caccia. Da quando sono eurodeputato, sono intervenuto con i mezzi a mia disposizione a proteggere il “nostro Veneto” dal dilagare della cementificazione, dall’inquinamento delle nostre falde idriche, dall’immissione continua di pericolosi inquinanti nella nostra aria, dal non corretto smaltimento di rifiuti nella nostra terra, dall’infiltrazione mafiosa nel nostro tessuto sociale e così via. Al mio fianco, in questa battaglia per la legalità, ci sono i consiglieri regionali Gennaro Marotta, Antonino Pipitone e Gustavo Franchetto.
Perciò, tornando alla caccia, lo ripeto: siete stati imbrogliati. Avete vissuto di una rendita fatta di delibere e leggine regionali illegittime, ora i nodi sono arrivati al pettine. Caccerete finalmente come tutti altri cacciatori italiani, ovvero nel rispetto delle leggi italiane ed europee. Reputo fallace, inoltre, il ricorso alla scusa della “tradizione” per giustificare la caccia in deroga. Con questa etichetta non si possono giustificare evidenti violazioni della legge. Un esempio? La caccia al Fringuello è stata vietata in tutta Italia nel 1984 all’allora Presidente del Consiglio Spadolini.
Per concludere, una precisazione: l’Onorevole e Presidente IdV Antonio Di Pietro, ovviamente, appoggia la mia battaglia al cento per cento, in quanto il rispetto della legalità è la quintessenza stessa di Italia dei Valori.
Cordiali saluti
Andrea Zanoni