ANDREA

ZANONI

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Veneto, multe di tasca propria? Niente caccia

Il parere legale dell’avvocatura regionale spaventa i consiglieri: a pagare le eventuali multe Ue possono essere proprio loro. La IV Commissione consiliare rinvia ancora il voto. La paura fa novanta. L’esposto alla Corte dei Conti è già pronto. Peccato che quando c’erano in ballo i soldi dei cittadini veneti, gli amministratori non abbiano fatto una piega.
La IV Commissione consiliare della Regione Veneto ha rinviato la decisione sulla delibera sulla caccia in deroga della Giunta Zaia dopo che l’avvocatura regionale ha confermato che a pagare le eventuali multe europee possono essere i consiglieri che votano sì. Prendiamo atto di due cose. La prima è che la delibera sulla caccia in deroga viola la normativa comunitaria. La seconda è che con i soldi dei cittadini, la Regione è pronta a tutto, ma quando si tocca la tasca di assessori e consiglieri allora prevale il buon senso.
Nell’ipotesi di condanna dello Stato italiano e successiva rivalsa nei confronti della Regione, si apre la possibilità per la Corte dei Conti di azionare la procedura di responsabilità amministrativa per danno erariale nei confronti di quest’ultima”, si legge nel parere dell’avvocato Patrizia Petralia. E chi paga in questo caso? “Nel caso di deliberazioni di organi collegiali, la responsabilità si imputa esclusivamente a coloro che hanno espresso voto favorevole” e “analogamente gli organi politici potranno essere chiamati a rispondere dei danni arrecati all’amministrazione”.
Lo scorso 8 ottobre la IV Commissione del Consiglio Veneto aveva rinviato il voto sulla delibera sulla caccia in deroga per chiedere un parere legale all’avvocatura della Regione in merito alla responsabilità civile di ciascun consigliere. Questa mattina il consigliere IdV Gennaro Marotta ha chiesto fermamente il ritiro della delibera e la sua bocciatura definitiva. L’esposto alla Corte dei Conti è già pronto sul mio tavolo, mancano solo i nomi dei consiglieri o assessori regionali che avranno l’irresponsabilità di votare sì a questa delibera illegittima. Ricordo che lo stesso parere dell’avvocatura regionale secondo cui “l’impatto del provvedimento riecheggia i contenuti che hanno dato l’avvio alla procedura di verifica del giudicato già contestata alla regione nel novembre dello scorso anno” (sentenza della Corte di Giustizia Ue).
C’è un accanimento quasi grottesco della Giunta Zaia contro il diritto comunitario per favorire i cacciatori e la caccia. Se la giunta Zaia affrontasse con la stessa energia, emergenza, vigore, pool di avvocati e risorse le questioni del lavoro e disoccupazione giovanile, sono sicuro che in Veneto ci sarebbero molti disoccupati in meno. Basti pensare che, dopo la bocciatura del TAR, per far approvare la seconda delibera del calendario venatorio, giovedì scorso Zaia ha avuto il coraggio di fissare una convocazione urgente della Giunta addirittura presso l’ospedale di Camposampiero (PD) dove si trovava a inaugurare alcune sale operatorie.
Infine un’ultima considerazione: Mi auguro che di fronte al parere dell’avvocatura regionale, consiglieri e assessori facciano un passo indietro, anche se è scandaloso che per riportare il buon senso in Regione Veneto si sia dovuto toccare direttamente il portafogli degli amministratori, mentre in passato il rischio che a pagare siano tutti i cittadini veneti non è servito a bloccare la caccia in deroga.

Andrea Zanoni

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