Dal 12 ottobre sarà possibile raccogliere le firme per i quattro quesiti referendari presentati da IdV il 1° agosto in Cassazione. Possibile firmare fino ai primi di gennaio 2013. Quattro quesiti come quattro le battaglie di democrazia portate avanti da IdV per rendere la nostra Italia una repubblica più pulita di quanto, purtroppo, non lo sia diventata negli ultimi anni.
1 – La completa abolizione del finanziamento pubblico per i partiti. La legge che il governo Monti e i partiti che lo sostengono hanno varato, raccontando che si trattava di un ridimensionamento di quel finanziamento, è una pura presa in giro. La realtà è diversa. Con quella legge lo Stato non risparmia quasi nulla e per la prima volta le tangenti saranno di fatto legalizzate. Così la Casta prenderà due piccioni con una fava: si terrà buona parte dei finanziamenti e non dovrà più preoccuparsi dei magistrati che insistono nel voler punire le tangenti. Alla presa in giro della casta, i cittadini possono rispondere abolendo il finanziamento pubblico. Siamo certi che lo faranno.
2 – Cancellare la diaria dei parlamentari, i quali già godono di un ricco stipendio, dispongono di ulteriori fondi camuffati dietro svariate voci e godono di una quantità di agevolazioni che le persone normali nemmeno arrivano a immaginare. Eliminare questo privilegio quasi feudale è una questione di semplice decenza. Tra un mazzata e l’altra inflitta ai cittadini qualsiasi il governo a intervenire su questa vergogna non ci ha pensato proprio. Dovranno occuparsene i cittadini, prima con le firme, poi col voto referendario.
3 – Ripristinare integralmente l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori , che imponeva alle aziende con più di 15 dipendenti di reintegrare i lavoratori licenziati senza giusta causa.
4 – L’abolizione dell’art.8 della legge 138 varata da Berlusconi. Grazie a quell’articolo le aziende sono impegnate a rispettare il contratto nazionale a meno che non affermino che in nome di una situazione d’emergenza non lo possono rispettare. Sembra uno scherzo invece è la tragica realtà del diritto del lavoro in Italia. E’ valido a meno che le aziende non decidano che preferiscono ignorarlo. Su leggi simili i lavoratori e i cittadini, naturalmente, non sono stati consultati. Lo faremo noi al posto del governo, con i referendum.
Una volta raccolte le firme (nelle segreterie comunali o presso i gazebo di Italia dei Valori) si voterà nella primavera 2014.
Uniti ce l’abbiamo fatta le altre volte. A maggior ragione ce la faremo stavolta, quando in ballo ci sono i privilegi della Casta da un lato e il diritto dei lavoratori dall’altro. Per questo vi invito a firmare per questi quattro quesiti, per riappropriarci del nostro diritto di cittadini di dire Si o No a questa o quella politica, per dire No a sprechi e privilegi, per dire Si ai diritti di chi lavora tutti i giorni con passione e fatica.
Io firmo, e tu?
Andrea Zanoni