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Progetto industriale Barcon, Vedelago boccia il maxi macello e la cartiera

Il Consiglio comunale di Vedelago (TV) dice No al progetto di macello più grande d’Europa e alla cartiera a Barcon. Andrea Zanoni (IdV): “Ha prevalso il buon senso e il rispetto della volontà popolare che non vuole 94 ettari di cemento. Adesso Quaggiotto si dimetta visto che non ha più la maggioranza”

 

Questa notte il consiglio comunale di Vedelago ha bocciato il progetto di costruzione del macello di Barcon. Lo fa sapere Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, intervenuto nei mesi scorsi contro questo polo industriale. “Una vittoria per l’ambiente e una sonora sconfitta per l’amministrazione di centrodestra di Vedelago che non avendo più la maggioranza in consiglio dovrebbe dimettersi oggi stesso”.

 

Lo stop del Comune di Vedelago blocca la costruzione del più grande macello d’Europa in progetto proprio a Barcon che insieme ad una cartiera della Roto-Cart Spa (che sarà invece probabilmente costruita a Castelfranco) avrebbe cementificato un’area di 94 ettari di terreno, l’equivalente di quasi 180 campi da calcio. “Il voto di stanotte rispecchia la volontà popolare che non ha mai voluto l’enorme progetto industriale di Barcon”, attacca Zanoni, che sul tema ha organizzato lo scorso aprile una conferenza dall’eloquente titolo “I predoni del nostro futuro”. Zanoni ricorda come il 24 maggio 2012 lo stesso Parlamento europeo ha approvato la relazione “Stop Cemento 2050”, con cui ha previsto di azzerare la cementificazione dei terreni agricoli entro il 2050. “Ogni anno, 1000 chilometri quadrati di nuovi terreni vengono distrutti per attività umane. Siamo di fronte a cifre assolutamente insostenibili. È necessario cominciare a agire tenendo conto dei limiti del pianeta, con coraggio e lungimiranza”.

 

“Adesso Quaggiotto prenda atto del suo fallimento politico, del fallimento da sindaco, del fatto che non ha più la fiducia della maggioranza dei consiglieri e soprattutto non ha più quella dei cittadini. Ne prenda atto e rassegni le dimissioni, torni a casa e vada a fare altro – conclude l’eurodeputato – I cittadini e la politica hanno capito che prima di tutto viene la tutela del territorio, l’agricoltura l’ambiente e poi tutto il resto. Hanno anche capito che progetti come questi non portano posti di lavoro e non fanno altro che distruggere le piccole e medie imprese già presenti sul territorio perché sottraggono loro posti di lavoro”.

 

 

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