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L’Ue indaga sulla colata di cemento versata sulle coste della Sardegna

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’eurodeputato Andrea Zanoni: Chieste informazioni all’Italia sui lavori edilizi nelle dune di Badesi (OT). Zanoni: “No alla speculazione edilizia. Il turismo sia eco compatibile e non distruttivo del patrimonio naturale

 

“La Commissione contatterà le autorità italiane per ottenere chiarimenti in merito all’applicazione delle direttive 2011/92/UE sulla Valutazione d’Impatto Ambientale e 92/43/CEE Habitat al progetto edilizio” nelle dune di Badesi (OT) nella regione Sardegna. È la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo sui i lavori di natura edilizia in località Baia delle Mimose, nome del contiguo villaggio turistico realizzato nel corso degli anni ’70 e ’80, per i quali le associazioni ambientaliste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno denunciato l’assenza della preventiva procedura di verifica di assoggettabilità. “Adesso vediamo come le autorità italiane giustificheranno questa nuova colata di cemento nel Sito di importanza comunitaria SIC Foci del Coghina, un’importante area naturalistica sulla quale non possiamo permettere che venga versato altro cemento”.

 

Zanoni aveva denunciato a Bruxelles “la perdurante e plateale assoluta assenza di qualsiasi preventivo svolgimento della procedura di verifica di assoggettabilità riguardo i lavori attualmente in corso”, come si legge nel testo dell’interrogazione. In seguito ad alcune azioni legali, il Servizio S.A.V.I. dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Sardegna aveva chiesto al Comune di Badesi la documentazione amministrativa e tecnica utile a verificare se le opere in questione devono davvero essere assoggettate alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e di Incidenza Ambientale.

 

La realizzazione di villaggi turistici di superficie superiore a 5 ettari, i centri residenziali turistici ed esercizi alberghieri con oltre 300 posti-letto o volume edificato superiore a 25.000 metri cubi o che occupano una superficie superiore ai 20 ettari, esclusi quelli ricadenti all’interno dei centri abitati, deve essere preceduta da positiva conclusione di procedura di verifica di assoggettabilità ai sensi della direttiva VIA 2011/92/UE sulla valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati”, spiega Zanoni. “Tanto più che il litorale in questione costituisce un Sito di interesse comunitario ai sensi della direttiva 92/43/CEE Habitat”.

 

Il sospetto è di trovarsi di fronte all’ennesima speculazione edilizia in una regione dall’alto potenziale turistico. Ma l’attività turistico-ricettiva non può andare a detrimento della natura e di un patrimonio di rilievo come le dune di Badesi. Adesso vediamo cosa risponderanno alla Commissione europea le autorità italiane.”, conclude l’eurodeputato.

 

 

 

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