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Cavatori all’assalto del comune di Paese (TV)

Martedì 10 dicembre, al Cinema multisala “Manzoni” di Paese (TV), è stato presentato il progetto di ampliamento in profondità della cava di proprietà della società Biasuzzi Cave SpA nella frazione di Padernello. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Il progetto di ampliamento presentato prevede nuovo volume di scavo per 3.723.922 metri cubi in 11 anni. L’attuale superficie di 332 mila metri quadrati è impressionante se si pensa che l’area potrebbe contenere la cattedrale di San Pietro ben 30 volte e che la percentuale di territorio comunale agricolo escavato, pari a circa il 16%, supera abbondantemente il limite del 3% previsto dalla norma regionale sulle attività di cava».

 

Martedì 10 dicembre 2013, al Cinema multisala “Manzoni” di Paese (TV), è stato presentato il progetto di ampliamento in profondità della cava di proprietà della società Biasuzzi Cave SpA nella frazione di Padernello. Tra i presenti anche Mario Zanardo, portavoce del Gruppo Paeseambiente.

 

Già il 22 novembre 2007, Biasuzzi SpA aveva presentato il progetto di riqualificazione ambientale e di ampliamento, ma il Comune di Paese il 14 gennaio 2008, con delibera numero 8, aveva espresso parere negativo. La cava risale al 1975 e, negli anni, è stata oggetto di ampliamenti fino a raggiungere un volume di 7 milioni 248 mila metri cubi, con una superficie di scavo di 332 mila 400 metri quadrati, pari a 66 campi agricoli trevigiani.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha affermato: «Il progetto di ampliamento presentato dalla ditta Biasuzzi prevede un nuovo volume di scavo per 3.723.922 metri cubi in 11 anni. L’attuale superficie di 332 mila 400 metri quadrati è impressionante se si pensa che l’area potrebbe contenere la cattedrale di San Pietro ben 30 volte. La percentuale di territorio comunale agricolo escavato, pari a circa il 16%, supera abbondantemente il limite previsto del 3% delle zone agricole in totale spregio alla norma regionale sulle attività di cava. La Giunta Regionale veneta ha già risposto negativamente per tre volte alle richieste di ampliamento avanzate dalla società Biasuzzi».

 

La presentazione è avvenuta quasi in sordina, tanto che il sindaco di Paese Francesco Pietrobon si è lamentato che non siano stati avvertiti, di averlo saputo casualmente solo il pomeriggio stesso e di aver dovuto mandare d’urgenza una mail a consiglieri e assessori per renderli edotti della serata. All’incontro, dunque, erano presenti pochissime persone avvisate all’ultimo minuto, tra cui l’ex sindaco di Paese Valerio Mardegan, Roberto Foffani del Pd, Maria Cristina Fucile di Primavera civica.

 

Il giudizio sintetico dei tecnici presenti in sala alla fine della presentazione è stato di “impatti lievemente negativi”. La cava confina con la discarica SEV nella quale permangono ancora rifiuti speciali tossico nocivi, non conformi e la Provincia ha ancora in corso un procedimento per il loro smaltimento. «Si tratta di circa 25 mila tonnellate di rifiuti -ha affermato Zanoni – Questo fatto è ancora più grave se si considera che l’area è in zona sensibile in quanto fascia di ricarica degli acquiferi. Si riscontrano nelle stratigrafie presenze di conglomerato e argilla impermeabili che possono determinare l’esistenza di un sistema di falde sottostanti alla prima e non collegate. L’intervento metterebbe in collegamento la falda superficiale più inquinata con quelle sottostanti».

 

L’autorizzazione all’attività di escavazione richiesta comporterebbe un pesantissimo impatto sulla viabilità, visto che i quantitativi escavati negli ultimi anni sono irrisori rispetto a quelli previsti annualmente secondo il progetto presentato «In realtà si tratta anche di una sanatoria, dato che dal progetto si evince che è già stata superata la profondità di scavo autorizzata di 27 metri – ha proseguito Zanoni – Sostanzialmente la richiesta riguarda un raddoppio dell’attività, considerato che si chiede di sprofondare fino a 55 metri sotto il piano campagna, quindi ulteriori 28 metri di profondità, con l’escavazione di oltre 3 milioni e mezzo di metri cubi di ghiaia e sabbia. La famiglia Biasuzzi avrebbe dovuto avere maggior riguardo per la popolazione di Paese, dopo che gli abitanti hanno sopportato lo sfruttamento selvaggio del proprio territorio. Invece, passano gli anni e la ditta Biasuzzi continua nei suoi intenti, nonostante la contrarietà della Regione e del Comune».

 

Il 22 agosto 2008, inoltre, il Servizio Ecologia e Ambiente della Provincia di Treviso ha comminato una sanzione di 212 mila euro, pagabili in misura ridotta di un terzo pari a circa 70 mila euro dopo aver accertato nel “Lago Nord”, tramite rilievi batimetrici, escavazioni difformi per 33.430 metri cubi. Nonostante questo, durante la presentazione del progetto i tecnici presenti in sala hanno decisamente negato l’esistenza di sanzioni per quella cava.

 

Nel verbale del 2008 vengono, però, richiamate anche le precedenti difformità rilevate il 20 aprile 1998 e oblate dalla ditta Biasuzzi, oltre alle escavazioni sempre fuori dai limiti, accertate il 27 novembre 1990 e l’8 luglio 1983.

 

BACKGROUND

 

Il 30 settembre 2009 la ditta Biasuzzi Cave S.p.A. aveva presentato alla Regione Veneto domanda per la proroga di 5 anni dei termini di conclusione dei lavori di coltivazione della cava di ghiaia denominata “Padernello”.

 

Con deliberazione della Giunta comunale numero 126 dell’8 agosto 2011, il Comune di Paese aveva espresso ferma contrarietà alla concessione della proroga dei termini di coltivazione della cava per l’impossibilità tecnica di procedere all’escavazione delle aree ancora idonee allo scavo in quanto interessate dalla presenza di impianti di lavorazione, per la presenza di alcune incongruenze in merito al calcolo dei volumi residui e nell’individuazione delle aree ancora da escavare, e per la presenza di zone escavate in difformità rispetto a quanto autorizzato, nonché per l’eccessivo protrarsi nel tempo dell’attività con i connessi impatti e la mancata ricomposizione ambientale.

 

Il 6 marzo 2013, la Direzione Geologia e Georisorse della Regione Veneto ha inviato al Comune di Paese una nota in cui confutava le motivazioni addotte dall’Amministrazione contro la concessione della proroga, ritenendole “….non condivisibili e quindi non accolte”.

 

L’8 aprile 2013, il Comune, in risposta alla nota regionale, ha confermato la propria contrarietà alla concessione di un’ulteriore proroga che procrastinerebbe ulteriormente la ricomposizione ambientale finale della cava e prolungherebbe inoltre i disagi all’habitat naturale e alla popolazione residente procurati dalla presenza dell’attività estrattiva stessa.

 

La Direzione Geologia e Georisorse della Regione Veneto, con decreto numero 74 del 10 aprile 2013, ha concesso la proroga fino al 31 dicembre 2016 dei termini per la conclusione dei lavori di coltivazione (estrazione e sistemazione ambientale) della cava di cui trattasi, con l’obbligo di adempiere alle prescrizioni che riguardano la riclassificazione ambientale delle fasce perimetrali non più interessate dagli interventi estrattivi, con particolare riferimento al tratto lungo il lato nord del bacino di cava sud, oggetto negli ultimi anni di rimodellamento morfologico.

 

Con deliberazione numero 138 del 18 settembre 2013, la Giunta di Paese (TV) ha deciso di proporre ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto contro la Regione per ottenere l’annullamento del Decreto del dirigente regionale della Direzione geologia e georisorse numero 74 del 2013, con cui era stata concessa la proroga della coltivazione della cava “Padernello” alla ditta Biasuzzi Cave SpA. (DELIBERA)

 

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