Venezia, 30 novembre 2021
“L’orologio per questa manovra di bilancio sembra si sia fermato a venti anni fa: nasce già vecchia, non contempla le nuove emergenze, in particolare quella climatica e ambientale, di cui il Veneto sta soffrendo da tempo. È un’occasione persa per rilanciare l’economia della regione, avere un lavoro più qualificato, dare risposte alla necessità di una riconversione energetica ed economica. Invece per quei settori che potrebbero essere decisivi, dall’agricoltura ai trasporti fino all’energia, ci sono soltanto le briciole”. Questo il giudizio negativo di Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, sul Defr che ieri ha avuto il via libera dall’assemblea di Palazzo Ferro Fini. “Sembra quasi che non si creda alla possibilità di cambiare il modo di lavorare e di produrre. Sicuramente è difficile, una transizione comporta sacrifici e non è indolore, ma chi governa una Regione moderna deve accompagnare questi processi, assicurando che nessuno venga lasciato per strada”.
“I grandi assenti nel Defr sono gli obiettivi Onu dell’Agenda 2030. Il Veneto dovrebbe essere in prima fila sul fronte della riconversione energetica, della sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici per quello che ha subito negli ultimi anni. E invece non è così. Per ridurre i gas climalteranti e migliorare la qualità dell’aria servirebbe un impegno vero sulla mobilità sostenibile, più colonnine elettriche, più investimenti nel trasporto elettrico e maggiori risorse per chi rottama auto inquinanti sostituendole con veicoli a zero impatto ambientale. Uno sforzo che in questa manovra non c’è, come se le lancette dell’orologio di Zaia si fossero fermate a 10 anni fa. Così come non c’è per rendere sostenibile l’agricoltura che in Veneto ha bisogno ogni anno di oltre 18mila tonnellate di pesticidi di chimica di sintesi”.
Ma la scarsa attenzione alla sostenibilità non è l’unica nota dolente evidenziata dal consigliere PD: “Sono preoccupato per i tagli alle leggi per promuovere la legalità e contrastare la criminalità organizzata. Le dichiarazione d’intenti di lotta alle mafie, alla corruzione e all’illegalità, non si traduce poi in uno sforzo economico e finanziario, che poi è quello che dà l’anima a queste attività. E non farlo adesso, con da un lato le inchieste che si moltiplicano e dall’altro le organizzazioni criminali pronte a mettere le mani sulle risorse del Pnrr, è un brutto segnale che mandiamo ai veneti”.