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Zanoni (PD): «L’Europa fermi le violenze sui popoli indigeni e la distruzione dell’ecosistema in Etiopia »

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare le violenze sui popoli indigeni e la distruzione dell’ecosistema in Etiopia causati dalla costruzione di una diga da parte di una multinazionale italiana. «La situazione che si sta verificando nel Paese africano è drammatica. L’Europa intervenga per mettere fine alle conseguenze devastanti dello scempio che si sta portando avanti».

 

 «La Commissione è a conoscenza della drammatica situazione in atto in Etiopia, collegata alla realizzazione di una diga da parte di una società europea? È necessario intervenire per far cessare le violenze contro i popoli indigeni e impedire la distruzione dell’ecosistema». A chiederlo è l’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, con un’interrogazione alla Commissione europea.

 

Nel luglio 2006, il Governo dell’Etiopia ha appaltato a una società italiana, sembra addirittura senza gara, i lavori per la realizzazione della diga sul fiume Omo denominata “Gibe III”. L’opera, già in fase avanzata di costruzione, dovrebbe produrre 6 mila 500 Gigawatora all’anno destinati sia al consumo interno che alla vendita all’estero. Secondo quanto riferito da vari organi di stampa, il progetto sembrerebbe essere stato approvato senza alcuna preventiva valutazione del suo impatto socio ambientale, in violazione dello stesso ordinamento giuridico etiope.

 

L’Ethiopian Environmental Protection Authority (EPA) avrebbe, infatti, dato retroattivamente il via libera ai lavori solo nel 2008, dopo aver ricevuto un dossier elaborato da un’agenzia milanese che definiva l’impatto socio-ambientale legato al progetto “trascurabile” o addirittura “positivo”.

 

«In realtà gli studi effettuati da vari esperti indipendenti sostengono che la diga avrà un impatto devastante sul delicato ecosistema della regione e sulle comunità indigene che vi abitano – ha affermato Zanoni – La portata del fiume Omo subirà una drastica riduzione, con interruzione del ciclo naturale delle esondazioni che periodicamente riversano acqua e humus nei terreni limitrofi, rendendo attualmente possibili l’agricoltura e la pastorizia di sussistenza delle comunità locali. L’acqua verrà convogliata in canali per consentire l’irrigazione della regione, di cui il governo etiope dal 2011 ha cominciato ad affittare enormi appezzamenti a investitori statali e privati specializzati nella produzione di biocarburanti».

 

La stampa descrive questo processo quale fenomeno di “land grabbing” accompagnato dal trasferimento forzato delle tribù, già avviato dalle Autorità etiopi e portato avanti attraverso violenze fisiche e morali.

 

 «Gravissimo potrebbe anche essere l’impatto sui popoli e sull’ecosistema del lago Turkana in Kenya, alimentato dalle acque dell’Omo. Contro tale scempio, che ridurrà alla dipendenza dagli aiuti stranieri centinaia di migliaia di persone fino a oggi autosufficienti, si sono attivati molti enti e organizzazioni internazionali, primi fra tutti l’UNESCO e Survival International – ha concluso l’ eurodeputato Zanoni – Ora chiedo se la Commissione europea è a conoscenza della drammatica situazione che si sta vivendo in Etiopia per la costruzione di questa diga. È necessario intervenire immediatamente per far cessare le violenze contro i popoli indigeni e impedire la distruzione dell’ecosistema».

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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