Venezia, 8 maggio 2018
“Anche la Legge sulle cave è stata impugnata dal Governo, la maggioranza Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia non ne azzecca una. Adesso attendiamo di conoscere i singoli punti ‘nel mirino’ di Palazzo Chigi, perché potrebbero esserci ripercussioni anche sul Piano cave”. Così Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Ambiente, commenta la decisione del Consiglio dei ministri che ha promosso la questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta della legge 13 del 16 marzo, quella sulle ‘Norme per la disciplina dell’attività di cava’.
“Evidentemente sono presenti alcune disposizioni che invadono la competenza riservata allo Stato in materia di tutela dell’ambiente. Ancora non sono noti gli articoli impugnati, però presumo che uno di questi sia quello riguardante l’estrazione di trachite nel Parco Colli, una norma che scavalca l’autorità dell’Ente Parco e che avevamo contestato già in aula. Al momento è un’ipotesi ma è assai probabile che ci sia una violazione della Legge quadro sulle aree protette che prevede un’autonomia gestionale da parte dell’Ente Parco e della Legge Fracanzani. Come Partito Democratico avevamo votato convintamente contro la legge 13, evidenziando come non sanasse un vuoto normativo trentennale e denunciando gli impegni insufficienti sul fronte ambientale. Ricordo inoltre che già lo scorso 21 febbraio la Corte Costituzionale, con sentenza numero 66, aveva cassato gli articoli sull’attività di cava della legge 30 del 2016, il Collegato al bilancio. Insomma la sbandierata efficienza della Giunta Zaia sembra sempre più uno slogan a uso e consumo interno, che non trova poi riscontro nella realtà dei fatti”.