Venezia, 22 maggio 2018 – “Non hanno avuto neanche la decenza di astenersi dal voto, nonostante la nuova legge elettorale cambi le regole del gioco a partita iniziata, dando loro un vantaggio considerevole, è come barare al gioco”. Nel mirino di Andrea Zanoni (PD), commentando il provvedimento approvato oggi in aula, ci sono in particolare il presidente del Consiglio Roberto Ciambetti e i consiglieri Fabiano Barbisan e Sergio Berlato. “Visto che sono direttamente interessati dalla norma che elimina l’incompatibilità tra consigliere regionale e comunale, fatta ad hoc per farli correre a Vicenza, Treviso e Adria, avevo chiesto espressamente che non si votassero la legge. Ovviamente non è stato così e si sono votati la norma. La possibilità di svolgere un doppio ruolo – continua l’esponente del PD – è indecente e irrispettosa dei cittadini, non ci si può trincerare dietro la scusa delle preferenze. Il consigliere regionale va fatto a tempo pieno: già adesso tra attività in aula, commissioni, commissioni d’inchiesta, interrogazioni, proposte di legge, atti ispettivi e attività sul territorio si arranca, figuriamoci con una doppia “carèga”!”.
Ma non è solo l’eliminazione dell’incompatibilità che Zanoni contesta: “La governabilità, motivo ufficiale per cui è stata pensata questa legge è un falso oggettivo. In realtà è un provvedimento cucito su misura per Zaia e la Lega, in modo da avere un governo monocolore che non debba più preoccuparsi di qualche turbolenza degli alleati. La possibilità poi per ogni singolo candidato di poter correre in tutte e sette le province è un ulteriore inganno per gli elettori. Il combinato tra questa norma, con il candidato governatore capolista ovunque e la preferenza di genere sarà micidiale, perché gli permetterà di piazzare in Consiglio sette fedelissime. Se poi aggiungiamo l’eliminazione del doppio mandato, con la possibilità di restare consigliere a vita, la frittata è fatta. Ciliegina sulla torta della legge pro casta: aumenterà da 51 a 61 il numero tra consiglieri e assessori con un incremento dei costi di circa 5 milioni di euro di spesa a carico del contribuente. Altro che Terza Repubblica, qui in Veneto torniamo a tutta velocità indietro alla Prima!”.
“Viene infine portato dal 57,5% a ben il 60 % il premio di maggioranza per chi supera il 40% dei voti. Uniche note positive: – continua Zanoni – voto di genere con doppia preferenza uomo e donna e abbassamento del tetto di spesa per le campagne elettorali dei Governatori. La legge, che quindi risulta un autentico ritorno al passato, alla fine è stata approvata a maggioranza con 32 voti favorevoli di Lega, Lista Zaia, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Centrodestra Veneto, Venetisti, Tosiani, Veneto Civico, 1 astenuto di AMP, infine 13 voti contrari di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Leu.”