Venezia, 19 giugno 2020
“Con queste procedure e questa tempistica, troppe persone rischiano restare escluse dal contributo affitti per emergenza Covid, aggiungendo così danno su danno. La Regione allunghi i termini di scadenza per la presentazione delle domande. Quei 400 euro rappresentano una piccola boccata d’ossigeno per molti, rimasti per mesi a casa senza lavorare e guadagnare. Sarebbe sbagliato negargliela per colpe che non hanno”. A dirlo è il consigliere del PD Andrea Zanoni, che ha presentato un’interrogazione con cui chiede alla Giunta Zaia di spostare in avanti la scadenza del 5 luglio, stabilita dalla delibera regionale 622 del 19 maggio che prevede l’erogazione di 400 euro come contributo affitto per chi ha avuto una riduzione delle entrate di almeno il 50% nel trimestre marzo-maggio rispetto allo stesso periodo del 2019.
“Compilare le domande, specialmente per le persone anziane non è così semplice: deve essere fatto esclusivamente per via telematica con computer, tablet o smartphone, allegando le immagini dei documenti richiesti. E in più è obbligatorio avere un conto corrente. La Regione, oltretutto, non ha previsto alcuna convenzione con i Caaf o soggetti analoghi che possano aiutare i cittadini a preparare e inviare le richieste, lasciandoli totalmente soli. Con il paradosso che potrebbero restare esclusi proprio quelli che hanno maggiore bisogno, semplicemente perché non sono stati in grado di presentare tutto in modo corretto e nei tempi previsti. Dare qualche settimana in più, almeno un paio, sarebbe fondamentale, almeno un paio, è un loro diritto”, spiega Zanoni invitando la Regione “almeno ad attivare i Servizi sociali dei Comuni per aiutare le persone a compilare e inviare le domande, così da permettere a chiunque abbia i requisiti di partecipare al bando”.
Interviene sull’argomento anche Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso: “Serve maggiore coraggio da parte della Regione per riuscire a cogliere l’eccezionalità del momento e dare risposte ai bisogni e alle attese delle persone maggiormente in difficoltà. Il contributo affitti, così com’è stato concepito, rischia di non essere adeguato. Si colga invece l’opportunità per coinvolgere i servizi sociali dei Comuni e integrare questo strumento con i due fondi già esistenti, il fondo sostegno affitti e quello per la morosità incolpevole, già in capo ai Comuni, in modo da realizzare un intervento meno burocratico e più incisivo e utile per i tanti che non ce la fanno”.
“È tempo di tornare a comprendere le vere esigenze delle persone – aggiunge Alessandra Gava, segretaria provinciale Sunia-Cgil Treviso – Si parla di medicina di prossimità, bene: si cominci a fare l’aiuto sociale di vicinanza. È indispensabile che i pochi aiuti economici vengano unificati e che siano i Comuni, attraverso gli assistenti sociali, ad aiutare i cittadini a comprenderne le regole per beneficiare dell'erogazione. I tempi stretti, la complessità delle richieste e la scarsa informazione rischiano di tagliare completamente fuori i soggetti che più avrebbero bisogno del sostegno economico. In questo periodo così complicato, è indispensabile che le poche risorse destinate agli inquilini siano sottoposte ad un controllo vigile e che servano a dare risposte alle concrete esigenze delle famiglie in difficoltà”.