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Zanoni chiede giustizia per i Lupi avvelenati in provincia di Parma

Il Comando Provinciale di Parma del Corpo Forestale dello Stato ha denunciato cinque bracconieri che avvelenavano Lupi appenninici per eliminare la “concorrenza” nell’attività venatoria. Zanoni: «Complimenti al Corpo Forestale dello Stato. La licenza di caccia di questi figuri dovrebbe essere ritirata definitivamente. Bisogna inasprire le ridicole pene della Legge in vigore sulla caccia».

 

Dopo mesi di indagini, il Comando Provinciale di Parma del Corpo Forestale dello Stato ha denunciato cinque persone alla Procura della Repubblica di Parma, con l’accusa di maltrattamento e uccisione di animali appartenenti a specie particolarmente protette, oltre che per illeciti relativi all’attività venatoria.

 

I cinque cacciatori di Cinghiali denunciati non si limitavano ad abbandonare bocconi avvelenati nell’alta Val Parma (PR), ma imbottivano di topicida carcasse di capriolo, che venivano poi utilizzate come esche per attirare i Lupi. Come se non bastasse, durante le perquisizioni domiciliari, gli inquirenti hanno trovato fotografie inequivocabili in cui i bracconieri posano davanti ai lupi morti o puntando il fucile contro l’animale agonizzante. L’attività di bracconaggio serviva ai cacciatori per eliminare i “concorrenti” nella caccia al capriolo e al cinghiale.

 

Oltre ai Lupi, le esche ed i bocconi avvelenati attiravano in una trappola mortale anche Volpi, Faine, Tassi, Martore, Aquile, Cani e Gatti di cui è stata fatta una vera e propria strage. L’indagine del Corpo Forestale è stata particolarmente complessa perché spesso gli animali stramazzavano al suolo agonizzanti in luoghi assai lontani rispetto a dove veniva gettato il veleno, piazzato dai bracconieri proprio nei sentieri di passaggio dei Lupi.

 

Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento Europeo attacca senza mezzi termini questi criminali: «Siamo di fronte a banditi senza scrupoli. La revoca della licenza di caccia sarebbe il minimo, ma la legge non lo prevede. È ora di cambiare questa legge, che prevede sanzioni ridicole per chi si macchia di reati di bracconaggio, le attuali sanzioni infatti previste dalla legge 157/92 sono invariate da ben 10 anni: troppi. Mi congratulo con il Corpo Forestale dello Stato per l’operazione anti bracconaggio che è stata portata a termine tra mille difficoltà e chiedo ai responsabili di rendere noti i nomi dei colpevoli. Invito le associazioni animaliste ed ambientaliste a costituirsi parte civile nel processo contro questi banditi».

 

Il 19 ottobre 2011, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea sul rischio di una riapertura della caccia al Lupo sull’Appennino ravennate come metodo per prevenire danni a colture ed allevamenti, anche dopo il ritrovamento di alcuni esemplari morti tra il Faentino ed il Brisinghellese (RA), uccisi con armi da fuoco. Il 15 dicembre 2011, il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik ha sottolineato rispondendo all’interrogazione che «per proteggere il bestiame ci sono molte soluzioni alternative».

 

«Questi criminali – conclude Zanoni – hanno ucciso un animale, il Lupo “Canis Lupus”, che è una specie rigorosamente protetta in Italia in quanto annoverata nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CE e in base all’articolo 12 di tale Direttiva è proibita qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata di tale specie».

 

Zanoni il 13 giugno del 2012 ha presentato anche un’interrogazione alla Commissione europea proprio sulla questione dell’uso indiscriminato di esche e bocconi avvelenati che ogni anno in Italia comporta delle autentiche stragi di animali selvatici, lupo compreso, ma anche di centinaia di animali domestici come cani e gatti.

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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