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Vino taroccato, l’Italia collabori con l’Ue per contrastarne il commercio

Il Commissario Ue all’Agricoltura risponde ad Andrea Zanoni sul traffico di vino taroccato scoperto dalla Procura di Vigevano: competenza nazionale, ma l’Ue è disponibile per cooperare. Zanoni: “Proteggere il lavoro dei produttori Doc e la salute dei consumatori italiani

 

“Conformemente alla normativa dell’Unione europea, gli Stati membri sono responsabili dei controlli, anche antifrode” in merito a casi simili al traffico di vino taroccato scoperto dalla Procura della Repubblica di Vigevano lo scorso aprile. Questa è la risposta del Commissario all’Agricoltura Dacian Cioloș all’interrogazione presentata da Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo. Zanoni: “Le autorità italiane facciano il possibile per garantire la tracciabilità dei prodotti vitivinicoli prevista dalle norme europee. Non possiamo permettere che il lavoro dei nostri produttori Doc e la salute dei consumatori italiani siano messi in pericolo da questi loschi traffici”.

 

Il Commissario Ue aggiunge che “le norme europee (Regolamento (CE) n. 436/2009, Regolamento (CE) n. 555/2008 e Regolamento (CE) n. 607/2009) permettono di controllare, durante la produzione e la commercializzazione, la conformità dei vini al diritto dell’Unione e alle prescrizioni del disciplinare di produzione e, pertanto, le autorità nazionali sono pienamente competenti in caso di frode”.

 

Zanoni aveva denunciato in Europa che tra il 16 e il 17 aprile un’operazione che ha visto coinvolti i Servizi Antisofisticazioni Vinicole Provinciali della Regione Piemonte, l’Agenzia delle Dogane, le dogane inglesi e il NAS dei Carabinieri, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vigevano (PV), ha portato all’arresto di tredici persone per associazione per delinquere finalizzata alla frode, adulterazione di vino DOP e IGT, ricettazione di prodotti enologici ed evasione fiscale sia in Italia che nel Regno Unito. Le ditte oggetto delle indagini acquistavano vino da tavola di bassissima qualità che successivamente veniva imbottigliato come prodotto DOP o IGT per essere poi spedito e commercializzato nel Regno Unito.

 

La Commissione europea afferma di non prevedere altre iniziative legislative in materia, ma resta comunque a disposizione per essere coinvolta nel controllo del mercato in collaborazione con gli Stati membri”, fa sapere Zanoni. “Per questo invito le autorità italiane a non esitare a cercare la preziosa sponda europea per contrastare questi traffici sul nascere. Gli otto mesi di indagini delle forze dell’ordine hanno portato a galla un mercato clandestino inquietante, con addirittura 3,5 milioni di bottiglie di vino smerciate per un giro d’affari di 10 milioni di euro. Non vorrei che questa fosse solo la punta dell’iceberg”.

 

 

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