La Gru colpita da un colpo d’arma da caccia è morta al Centro recupero animali selvatici “Le Civette” del Parco Regionale dello Stirone. L’eurodeputato Andrea Zanoni (IdV) ha affermato: «Servono pene più serie per chi si macchia di tali reati. I candidati premier alle future elezioni devono programmare la revisione della legge sulla caccia»
L’altro giorno, al Centro recupero animali selvatici (Cras) “Le Civette” del Parco Regionale dello Stirone è morta una gru dopo due giorni di agonia. Il volatile era stato portato al centro dalla Polizia Provinciale di Piacenza che ora sta svolgendo le indagini per risalire al responsabile dell’uccisione dello splendido esemplare, classificato tra le specie particolarmente protette dalla legge.
L’esemplare proveniva dal Po piacentino nelle vicinanze di San Giuliano, frazione di Castelvetro Piacentino (PC). Un testimone ha dichiarato di aver visto uno stormo in volo sul fiume e di aver sentito il colpo di una fucilata dalla sponda cremonese. Dopo lo sparo, un esemplare si è staccato dai compagni di volo planando sulla riva piacentina. Presentava una ferita alla zampa ed escoriazioni sul corpo.
Andrea Zanoni, eurodeputato e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento europeo è fermamente deciso a portare il caso in Europa: «Denuncerò l’ennesimo episodio di bracconaggio alla Commissione europea. È arrivato il momento che l’Italia preveda pene più severe contro questi criminali che continuano imperterriti a danneggiare il patrimonio faunistico. Le sanzioni previste dalla legge sulla caccia 157/92 sono ridicole: in un caso come questo, qualora, il colpevole venisse individuato, con l’uccisione di una specie particolarmente protetta, non è nemmeno prevista la revoca della licenza di caccia. L’Italia deve mettersi in linea con gli altri Paesi comunitari»
Zanoni da molti anni porta avanti la sua battaglia contro il bracconaggio. A ottobre 2010 l’eurodeputato ha presentato un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea chiedendo di fermare la caccia illegale alle specie protette esercitata con mezzi vietati nel Delta del Po.
A febbraio 2012, con un’altra interrogazione all’organo esecutivo europeo, ha chiesto di far cessare in Italia la caccia selvaggia all’Ibis eremita (Geronticus eremita) e alle specie rarissime. L’Ibis eremita è rimasto più volte vittima dei cacciatori in Toscana, dove migra dall’Austria per raggiungere l’Oasi naturale di Orbetello (GR): l’ultimo esemplare è stato ucciso da una fucilata lo scorso ottobre, pur essendo una specie estinta in Europa e inserita nella lista rossa dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN).
A novembre scorso, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per un intervento contro l’Italia affinché vengano fermati i ripetuti e gravissimi casi di bracconaggio a danno di uccelli e mammiferi rari, protetti e addirittura in via d’estinzione.
BACKGROUND
La Gru cenerina o euroasiatica (Grus Grus) è un uccello migratore che si riproduce nell’Europa centrale, settentrionale e orientale. Nei cieli d’Italia arriva in autunno, ma raramente si ferma per svernarvi, preferendo proseguire la rotta migratoria verso l’Africa orientale e settentrionale.
Presenta un piumaggio dall’inconfondibile colore grigio con il collo bianco e nero, una macchia rossa sulla testa, piume nere che circondano il becco allungandosi verso il lungo collo e la coda a pennacchio. Gli esemplari possono raggiungere i 7 chili di peso, 240 centimetri di apertura alare e 150 centimetri di lunghezza. È una specie tendenzialmente gregaria, al di fuori del periodo riproduttivo: gi stormi possono essere composti anche da centinaia di individui.
La Gru ama le zone umide e, per la riproduzione, sceglie proprio paludi e acquitrini. La sua dieta è varia: insetti, piccoli pesci, ma anche vegetali e cereali. In Italia pochissimi individui sono stati censiti in Sardegna occidentale, Sicilia e sulle coste del medio Tirreno.
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