Ieri 30 settembre 2015 in III Commissione del Consiglio regionale, presieduta dal Presidente Sergio Berlato, noto per le sue battute di caccia, sono state illustrate una raffica di proposte di legge (i cosiddetti PDL) tutte volte a sparare a tutto quello che si muove e consentire l’inconsentibile in barba alle leggi regionali, statali ed europee.
Il primo PDL, il n. 58 dei consiglieri tosiani Conte, Negro e Bassi, riguarda la possibilità di uccidere i piccoli passeriformi protetti in tutta UE come Fringuelli, Peppole e Storni, con la cosiddetta caccia in deroga. Un progetto impresentabile, perché con la caccia in deroga abbiamo già subito una condanna della Corte di Giustizia Europea nel 2010 e rischiato di pagare un miliardo di euro di sanzione nel 2012, e soprattutto perché la legge nazionale sulla caccia vieta alle regioni di legiferare in materia (si possono fare eventualmente solo degli atti amministrativi impugnabili ex art. 19 bis qualora in contrasto con la Direttiva “Uccelli”).
Il secondo PDL, il n.55 del consigliere Dalla Libera di Veneto Civico, riguarda la possibilità di abbattere un numero imprecisato di specie di animali col pretesto dei danni all’agricoltura.
Di questa legge condivido la parte, più che legittima, che prevede gli indennizzi agli agricoltori per i danni causati dalla fauna selvatica, il resto è una deregulation a 360 gradi sulle norme di tutela della fauna.
Manca un elenco delle specie oggetto di uccisione, dando così massimo potere di scelta di cosa uccidere alla giunta regionale, inoltre il parere dell’ISPRA (che è un istituto tecnico scientifico dello Stato che tutela l’ambiente) non è vincolante come invece dovrebbe essere.
Viene consentita l’uccisione di “forme domestiche di specie selvatiche” e “forme inselvatichite di specie domestiche” senza dire quali, consentendo perciò ad esempio, l’uccisione dei piccioni di città e piccioni ornamentali dei privati, forse addirittura di gatti e cani randagi e chissà di quanti altri animali.
Si consente l’uccisione di specie che si possono ibridare con specie di animali “particolarmente protetti”. Quindi potrebbero essere uccisi i cani randagi che potenzialmente possono accoppiarsi con i Lupi, specie particolarmente protetta, oggi presenti il Lessinia.
Si prevede una norma anti ISPRA che consente certi interventi anche nel caso l’ISPRA non abbia espresso il proprio parere entro certi limiti temporali, infine, ciliegina sulla torta, non vengono previste sanzioni per chi viola la norma e non viene prevista alcuna forma di vigilanza sulla legge.
Il terzo PDL, il n. 49 dei tosiani Negro, Bassi, Conte, Casali e Zorzato, prevede più fondi da destinare ai risarcimenti danni della fauna selvatica. Inoltre riduce dall’80% al 50 % i fondi calcolati sulle tasse regionali sulla caccia destinati alle province, diminuendo ancora di più la capacità delle stesse di mantenere, ad esempio, un adeguato controllo sull’attività venatoria e una minima gestione della fauna ferita nei centri di recupero.
Il quarto ed ultimo PDL, il n. 54 del consigliere Berlato, tenta per l’ennesima volta di sanare gli appostamenti di caccia per la caccia ai colombacci, caprioli, cervi, daini, cinghiali esentandoli dalle autorizzazioni paesaggistiche e dal titolo abilitativo edilizio.
Viene prevista una disposizione di legge che inventa i cosiddetti “appostamenti precari”, salvo poi dire che si tratta di vere e proprie torri che possono avere anche le dimensioni di dodici metri quadrati di superficie (3 x 4 metri di base) ed altezza di 10/12 metri inventando in altezza il “limite frondoso degli alberi”. Si avete letto bene! Alla faccia della precarietà di queste costruzioni!
In sostanza si cerca di ripresentare una norma regionale del Veneto (la L.R. 25/2012) già impugnata dal governo e dichiarata poi anticostituzionale da una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 139 del 5 giugno 2013.
Si è trattato complessivamente di una brutta giornata per tutti quelli come me che amano gli animali e considerano irrinunciabile il principio della legalità. Da parte mia ho ribattuto a tutte le proposte con dati e norme alla mano, invitando la commissione a convocare per ogni progetto le associazioni di categoria e di volontariato interessate affinché si possano esprimere in merito, consentendo così ai consiglieri regionali di capire cosa si nasconda dietro a questi progetti di legge.
Spero che le associazioni che tutelano gli animali e la natura che operano in Veneto sappiano prontamente ed immediatamente reagire (potrebbero essere approvate entro qualche settimana) affinché queste norme, appartenenti al passato ed in odore di marchette elettorali, vengano contrastate e non vengano approvate nel silenzio e nell’indifferenza, tenendo all’oscuro l’opinione pubblica.
Andrea Zanoni
PS: i testi dei progetti di legge li potrete trovare qui: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=37&p=37&c=11&e=43&t=0&