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SVUOTAMENTO PARCO NATURALE DELLA LESSINIA: REGIONE SPIEGHI AI CITTADINI VERONESI COSA STA ACCADENDO

A distanza di quasi quattro anni (luglio 2019) dalla proposta di legge regionale che aveva provato a ridurne drasticamente la superficie, il Parco naturale della Lessinia è di nuovo nel mirino di chi non condivide le finalità di tutela della biodiversità, e ora prova a svuotarlo dall’interno privandolo delle competenze e delle professionalità necessarie alla sua gestione e al buon funzionamento. 
 
La sospensione dalla pianta organica fino al 2025 della figura professionale del guardiaparco è soltanto la più vistosa, grave ed incomprensibile decisione presa dal consiglio direttivo dell’ente Parco nella famigerata seduta dello scorso 20 gennaio. Ad essa si accompagna anche il depotenziamento di tutti gli altri servizi (tecnico, segreteria, ragioneria, ecc.). Le categorie professionali previste dal nuovo Piano triennale del Personale del Parco ostacolano infatti il passaggio di quasi tutti i lavoratori esperti appartenenti alla Comunità Montana della Lessinia (ente oggi in via di liquidazione) che in base agli accordi tra i due enti già operavano in favore del Parco. 
 
Come risultato, l’ente Parco diventa formalmente operativo a più di 30 anni di distanza dalla sua istituzione senza disporre del personale necessario a svolgere molte fondamentali funzioni e dovendo rinunciare al bagaglio di professionalità creato in tutti questi anni. Non tutte le mansioni proprie del guardiaparco possono venire sostituite da altre figure professionali. La verità è che l’ente viene messo nella impossibilità di adempiere alla propria mission istituzionale.
 
Si tratta di decisioni gravissime che non hanno precedenti nel resto del Paese. Un parco senza guardiaparco è una assurdità pari a un pronto soccorso senza medico. La vastità del territorio da proteggere e controllare, anche rispetto al pericolo di bracconaggio, è tale da suggerire la necessità di disporre di almeno 4 altri addetti, invece si va nella direzione contraria ad ogni buon senso di eliminare anche l’unica risorsa in organico! Del resto è notizia recente che la Regione è stata condannata a risarcire 11 operai forestali assunti per più di 10 anni di fila come stagionali, mantenendoli precari a vita. Sicuramente un altro segno del disinteresse della Regione per la tutela dell’ambiente, oltre che della dignità del lavoro.
 
Come opposizioni abbiamo chiesto alla Regione Veneto di audire in Commissione l'assessore regionale competente, il presidente del Parco della Lessinia e il suo direttore facente funzioni. Ancora non è stato possibile farlo. Abbiamo inoltre chiesto ed ottenuto l’accesso agli atti da parte della Comunità Montana della Lessinia e dei direttori della Direzione Enti Locali e della Direzione Turismo della Regione per visionare la documentazione alla base delle decisioni prese dal Consiglio direttivo del Parco.  
 
La Regione deve trasparenza e collaborazione ai cittadini veronesi, e siamo convinti che non appena questo accadrà, per un puro calcolo di convenienza politica il presidente Zaia sarà costretto a sconfessare ancora una volta l’operato dei suoi uomini, come fece due anni e mezzo fa sulla riduzione dei confini del parco, ipotesi accantonata a seguito di una grande manifestazione popolare. 
 
Dopo di che, bisognerà lavorare molto per far capire che il Parco è uno strumento per valorizzare il territorio, promuovere iniziative turistiche, non per vietare cose che si possono fare altrove. Indispensabile superare l'idea che il parco sia un freno: non decollerà mai l'economia della montagna se non c'è chi è responsabile di promuoverla.
 
Erano presenti i consiglieri regionali veneti Anna Maria Bigon, Andrea Zanoni, Cristina Guarda e Arturo Lorenzoni. La consigliera Elena Ostanel non è riuscita a partecipare.
In sala anche le associazioni ambientaliste interessate alla difesa della montagna.
 
In aggiunta a quanto riportato in cartella, il consigliere Pd Andrea Zanoni durante la conferenza stampa ha specificato che i dipendenti della Comunità montana (ente in via di liquidazione) impossibilitati a passare all'ente Parco per via di profili di inquadramento incongrui previsti dal Piano triennale del personale del Parco risultano essere ben 5 su 7. Dall'accesso agli atti emerge inoltre che l'ente Parco era perfettamente consapevole di queste circostanze e dei costi del personale fin dal maggio-luglio 2022.    
 
La conferenza si può rivedere all'indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=48IF0Wdktec
 
 
 
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