Sosteniamo le piccole aziende agricole biologiche

Il Parlamento europeo approva una relazione che chiede più attenzione alle piccole aziende agricole nel contesto della nuova Politica agricola comune. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni: “Questa PAC guarda troppo gli interessi delle grandi aziende. I piccoli coltivatori che si specializzano nel biologico hanno bisogno di incentivi e finanziamenti per promuovere un’agricoltura più sostenibile e genuina”.

 

Il Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo una relazione “sul futuro delle piccole aziende agricole”. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha dichiarato: “Le piccole aziende agricole non hanno ricevuto la giusta attenzione nel contesto della riforma della Politica agricola comune (Pac) più prona a servire gli interessi delle grandi aziende agricole. Con questo testo attiriamo l’attenzione della Commissione europea sull’importanza di finanziare correttamente quei tanti piccoli produttori che, come in molte regioni italiane, puntano sulla qualità e sul biologico”.

 

La relazione dell’eurodeputato Czesław Adam Siekierski (polacco, popolare) sottolinea come proprio nel contesto della  PAC continuano a essere favorite le aziende di grandi dimensioni orientate al mercato che già beneficiano dei vantaggi derivanti dalle loro dimensioni. Importante arrivare a una definizione di azienda di piccole dimensioni a livello europeo.

 

“Le aziende agricole di piccole dimensioni sono parte integrante dello spazio rurale europeo che fornisce numerosi beni pubblici, contribuendo, tra l’altro, a mantenere la diversità del paesaggio, garantendo il sostentamento di milioni di persone e offrendo una possibilità di impiego soprattutto in tempo di crisi”, afferma Zanoni.

 

“Una maggiore attenzione va riservata alle piccole aziende che producono in modo biologico e fanno del cosiddetto greening la propria filosofia aziendale, quindi niente deroghe in senso contrario. Per questo ci vuole una Pac più sensibile ai piccoli produttori, ma anche che la politica di coesione Ue finanzi quelle strutture indispensabili e sostenibili per le aziende di piccole dimensioni nelle zone rurali e che il Fondo sociale europeo aiuti iniziative sociali sul fronte dell’integrazione sociale, dell’istruzione e della formazione”, conclude l’eurodeputato.

 

NOTE

 

In Europa si assiste a un calo del numero delle aziende dedite alla produzione agricola industriale. La grandezza media delle aziende è aumentata in tutti i paesi. Esistono tuttavia differenze regionali. Nel 2010 la superficie media delle aziende nell’UE-27 ammontava a 14,2 ettari, nella regione nord-occidentale a 50,1 ettari, in quella meridionale a 12,0 ettari e nei nuovi Stati membri ad appena 7,1 ettari.

 

Durante i periodi di crisi o di ristrutturazione industriale si registra un incremento degli occupati nelle aziende di piccole dimensioni, quando a causa dei licenziamenti aumenta il numero di persone che fanno ritorno alle campagne, all’agricoltura e alle famiglie di agricoltori.  La forza lavoro viene  “riassorbita” dall’agricoltura, che funziona come un tampone capace di compensare il livello di disoccupazione.

 

Negli ultimi anni l’interesse nei confronti di questa realtà è aumentato: ad esempio la conferenza di Sibiu (Romania) nel 2010 o le tre conferenze internazionali di Cracovia (Polonia) nel periodo 2011-2013.

 

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