L’Italia ha tempo fino al 21 gennaio per rispondere al parere motivato inviato da Bruxelles. Sotto accusa il Testo unico per la sicurezza sul lavoro come modificato dal governo Berlusconi. Zanoni (IdV): “Oltre che alla campagna elettorale, il governo Monti pensi alla vita dei lavoratori italiani”.
“Entro il prossimo 21 gennaio l’Italia dovrà rispondere all’Europa per la messa in mora sulle norme di salute e sicurezza sul lavoro”. Lo fa sapere Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, in merito al parere motivato inviato da Bruxelles all’Italia il 21 novembre scorso a causa del mancato recepimento della Direttiva europea 89/391/CEE “concernente l’attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro”. “Il 2012 è stato un anno sanguinoso con ben 1.180 lavoratori che non sono più tornati a casa. E per piacere, non chiamiamole morti bianche”.
“Sotto accusa due punti specifici della normativa vigente – spiega Zanoni – la deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega o subdelega, in violazione dell’articolo 5 della Direttiva Ue, e la proroga dei termini prescritti per la redazione di un documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per le modifiche sostanziali apportate a un’impresa esistente, in violazione dell’articolo 9 della Direttiva Ue”.
“Adesso all’Italia restano poco più di due settimane per adottare le misure necessarie per adeguarsi al parere motivato, altrimenti incorrerà nell’ennesimo procedimento di infrazione – aggiunge l’eurodeputato – Mi auguro, anche se sono pessimista, che in questi giorni di intensa campagna elettorale, giochi di potere, alleanze strategiche e toto coalizioni, il governo Monti si occupi anche di un problema reale e terribile come le morti sul lavoro”.
“Un ringraziamento particolare va a Marco Bazzoni, il metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che ha denunciato in Europa questo scandalo italiano contro il quale è in trincea con impegno e passione da anni”.
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