“Il Veneto, al quarto posto tra le regioni europee più a rischio per i danni da cambiamento climatico, sembra assistere pressoché inerte a tutti i segnali più inquietanti che i mutamenti climatici stanno già producendo. Macroscopico, tra i fenomeni estremi, quello della siccità che sta colpendo il nostro territorio: non è possibile agire soltanto ex post, con razionamenti e ordinanze di divieto, dato che, come appunto esito dei cambiamenti climatici in atto, sta diventando un problema di portata devastante e di livello globale”.
Questa, in sintesi, la linea di analisi proposta con la mozione presentata dal consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni e sottoscritta dai colleghi dem Possamai, Bigon e Camani, assieme ai consiglieri di opposizione Lorenzoni, Guarda, Ostanel e Baldin. Questo, traendo come spunto i dati di un’analisi svolta da Xdi, tra i leader mondiali nell'analisi del rischio fisico. L’indagine ha messo a confronto oltre 2.600 regioni o aree di tutto il mondo, realizzando proiezioni dei danni agli edifici e alle proprietà causati da eventi estremi e mettendo in luce la vulnerabilità dei centri economici.
“Basata su otto principali rischi di livello globale (inondazioni fluviali e superficiali, inondazioni combinate con inondazione costiera, caldo estremo, incendi boschivi, movimenti del suolo legati alla siccità, vento estremo e congelamento), è emerso dall’analisi che Bassa Sassonia in Germania, Fiandre in Belgio, Veneto e Lombardia in Italia sono le regioni europee ai primi posti in classifica e rientrano nella top 100 delle regioni più a rischio del mondo”.
Secondo Zanoni “il mancato intervento contro i cambiamenti produce, oltre che un danno ambientale anche una perdita pesante in termini economici. Questo è di tutta evidenza nel caso della siccità: i produttori agricoli temono ora che i già annunciati aumenti dei costi delle materie prime, dovuti appunto anche alla siccità, non saranno bilanciati dai ricavi, per cui prevedono di dimezzare la prossima produzione. Le previsioni dei ricercatori del Cnr sono peggiorative: siamo in una situazione di crisi idrica che perdura dall’inverno 2022- 2021 ed è molto improbabile che si risolva nei prossimi mesi, dato che alle regioni del Nord occorrerebbe una pioggia costante e non intensa, della durata di almeno 50 giorni”.
Di qui gli impegni per la Giunta regionale che vengono fissati dalla mozione. Ovvero a “rendersi promotrice nei confronti della Conferenza Stato Regioni e del Governo sia di un piano strategico che di misure emergenziali, volti ad affrontare quanto più efficacemente, e in una logica di rete, il gravissimo problema della siccità”.
Diversi i punti cruciali di intervento evidenziati: efficientamento e manutenzione costante delle reti idriche; investimenti sui più avanzati sistemi di recupero e di conservazione delle acque meteoriche così come per la realizzazione di impianti di depurazione delle acque che ne consentano il ciclico riuso; politiche di comunicazione sui comportamenti corretti di utilizzo dell’acqua; razionamento dell’utilizzo dell’acqua in ambiti non essenziali; misure di sostegno economico ai comparti agricolo, zootecnico, ittico (compresa la piscicoltura); misure a salvaguardia e tutela della biodiversità, con particolare riferimento al patrimonio faunistico, ittico e floristico.