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Quattro possibili violazioni Ue sul fiume Piave

Comunicato stampa 23 ottobre 2012

Andrea Zanoni (IdV) presenta un’interrogazione alla Commissione europea sui lavori di escavazione nel fiume Piave. Possibili violazioni alle direttive Ue VIA, Habitat, Uccelli e Acque. “Sospetta la scusa della sicurezza pubblica. Troppo pochi i controlli di impatto ambientale. Curati soprattutto gli interessi della lobby dei cavatori”

 

“Facciamo chiarezza sugli interventi di escavazione nel fiume Piave e sulla creazione di alcune piste di accesso per camion in prossimità di diversi comuni in provincia di Treviso. Possibili violazioni a ben quattro direttive comunitarie”. Lo dice Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, depositando un’interrogazione alla Commissione europea sulle “consistenti escavazioni di ghiaia nel greto del fiume Piave, in zona SIC e ZPS, con possibili danni all’ecosistema”.

 

Sotto la lente dell’eurodeputato l’escavazione del Piave nei comuni trevigiani di Cimadolmo, Maserada sul Piave, Ormelle, Breda di Piave e Ponte di Piave, un’area golenale lunga circa 15 chilometri, operata nel 2011 per presunte esigenze di sicurezza. “Tale intervento veniva considerato necessario e urgente dalla Regione Veneto e per questo il Genio Civile di Treviso ha ritenuto di non dover eseguire la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) ma si è limitato a quattro VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale) – spiega Zanoni – Tuttavia è ragionevole ritenere che non c’era alcuna urgenza legata alla pubblica sicurezza visto che i lavori sono iniziati un anno dopo le inondazioni del novembre 2010 e a oggi non sono ancora ultimati”. Secondo Zanoni, invece, “l’incolumità pubblica potrebbe essere messa in pericolo proprio dai lunghi canaloni creati con le escavazioni all’interno del letto del fiume ormai privo della sua naturale conoide alluvionale, che potrebbero facilitare il crearsi di un effetto di collo di bottiglia nel tratto meridionale del fiume”. E poi ancora, “non vorrei che fosse un pretesto per fare ancora gli interessi della lobby dei cavatori, dal momento che proprio loro, raggruppati in una società, stanno portando avanti i lavori e sono ricompensati dalla ghiaia che estraggono”.

 

Nelle VINCA effettuate è assente un’analisi puntuale degli alvei fluviali e non vi è traccia di una relazione idraulica che dimostri che l’intervento possa mettere in sicurezza il sito; non vengono analizzate né le specie previste dalle direttive Habitat e Uccelli né tanto meno la stagionalità delle presenze animali. “I prosciugamenti dei rami laterali del fiume hanno sicuramente interferito, come sottolineano alcuni esperti, con la riproduzione e la sopravvivenza delle specie cosiddette “prioritarie”, come lo Scazzone (Cottus Gobio) e la Lampreda Padana (Lethenteron Zanandreai)due specie di pesci, o come l’Occhione (Burhinus Oedicnemus) una specie di uccello ormai rarissimo”, aggiunge l’eurodeputato.

 

“Insomma le direttive europee che potrebbero essere state violate sono ben quattro, VIA, Habitat, Uccelli e Acque. Vediamo cosa ne pensano i servizi tecnici della Commissione europea», conclude Zanoni.

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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