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Pil europeo sino a +1% con oltre 1 mln nuovi posti lavoro

(ANSA) – BRUXELLES, 25 NOV – Se venisse sviluppato lo sfruttamento dello shale gas in Europa il prezzo del gas potrebbe calare sino al 14%, riducendo la dipendenza dell’Ue dalle importazioni sino al 62% e generando un aumento del pil dei 28 sino all’1% con la creazione fino a 1,1 milioni di nuovi posti di lavoro. E’ quanto emerge da uno studio presentato a Bruxelles da Ogp, l’associazione internazionale dei produttori di gas e petrolio, secondo cui anche se il gas di scisto non avrà lo stesso ruolo cruciale avuto negli Usa, potrebbe comunque portare a ”benefici economici significativi” per l’Europa.

 

A seconda dello scenario considerato – uno più pessimistico in cui può essere sfruttato il 15% delle risorse e uno più ottimistico in cui si arriva sino al 20% – l’Europa potrebbe ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di gas al 78% nel primo e al 62% nel secondo caso nel 2035, contro le stime attuali che per lo stesso anno la danno all’89%. I prezzi del gas potrebbero scendere di conseguenza del 6% o del 14%, con risparmi annuali rispettivamente di 12 o 28 miliardi di euro. Diminuirebbero poi anche i costi dell’elettricità, dal 3% all’8% a seconda dello scenario. Lo sfruttamento del gas di scisto europeo avrebbe anche un impatto sul pil dei 28, da +0,3% a +0,8% nel 2035 e da +0,6% a +1,0% nel 2050, mentre a livello occupazionale si creerebbero rispettivamente da 400 a 800mila nuovi posti di lavoro nel 2035 e da 600mila a 1,1 milioni nel 2050. Lo sviluppo dello ‘shale’, secondo lo studio, non impatterebbe sulla crescita dei settori delle energie rinnovabili. (ANSA).

 

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