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Piano regionale dei rifiuti ed indicazioni europee.Zanoni:«Paeseambiente ha presentato 19 osservazioni».

La Giunta veneta ha approvato il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali e Paeseambiente ha fatto recapitare alla Regione le proprie osservazioni. L’eurodeputato Andrea Zanoni, europarlamentare del gruppo ALDE e Presidente dell’associazione ambientalista trevigiana, ha affermato: «Sono state presentate osservazioni che cercano di allineare quanto più possibile la normativa che il Veneto vuole approvare a quelle che sono le indicazione dell’Europa in tema di rifiuti e in particolare di realizzazione di centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale cessazione di ogni conferimento in discarica di questi rifiuti».

 

Il 5 marzo scorso, la Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’Assessore alle Politiche ambientali Maurizio Conte, ha adottato il nuovo Piano di gestione dei Rifiuti che dovrebbe aggiornare lo strumento attualmente in vigore, risalente al 2004.

 

Dalla pubblicazione dell’avviso di adozione dei documenti di Piano sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR), avvenuto il 22 marzo scorso, c’erano 60 giorni di tempo per la presentazione delle osservazioni. In tutto per il momento sono giunte alla Regione 72 comunicazioni di osservazioni. Conclusa questa fase consultiva, tutta la documentazione verrà trasmessa al Consiglio regionale per la definitiva approvazione.

 

Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali (Decreto Giunta regionale numero 264 del 5 marzo 2013) è predisposto (articolo 1) in attuazione dell’articolo 199 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. L’orizzonte temporale del Piano si estende fino all’anno 2020 (aggiornamenti sono previsti“ogni 6 anni o quando serve”).

 

L’associazione trevigiana Paeseambiente, tramite il suo portavoce Mario Zanardo, ha presentato 19 osservazioni che vanno ad aggiungersi a quelle pervenute da Comuni, associazioni, consorzi e semplici cittadini di tutto il Veneto. Le integrazioni, modifiche ed eliminazioni portate al testo regionale partono tutte dalla relazione approvata dal Parlamento europeo il 14 marzo 2013 che dichiara guerra all’amianto, eliminandolo da tutti gli edifici e adottando metodi di smaltimento sicuri.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo e Presidente di Paeseambiente ha affermato: «Le osservazioni presentate vanno tutte nella direzione della tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Partendo dalle indicazioni date dall’Europa in tema di rifiuti, in particolare per quelli pericolosi come l’amianto, sono state elaborate e spedite in Regione. Mi auguro che vengano tenute in debita considerazione, perché non sono piccoli particolari. Si tratta di misure precauzionali da cui dipende la vita delle persone».

 

Il 14 marzo, il Parlamento europeo ha approvato la relazione dell’eurodeputato Stephen Hughes (socialista, britannico) sulle “minacce alla salute dei lavoratori dovute all’amianto e prospettive di abolizione totale di tutto l’asbesto esistente” (558 favorevoli, 51 contrari, 5 astenuti). Il testo approvato è stato rafforzato dai 12 emendamenti presentati e approvati in Commissione sia Ambiente che Occupazione e Affari sociali da parte dell’eurodeputato Andrea Zanoni. (Dettaglio del contenuto degli emendamenti presentati da Zanoni e confluiti nel testo approvato a Strasburgo).

 

«Tra le osservazioni si devono leggere, nell’ottica di tutela della salute pubblica, l’esclusione della realizzazione di discariche per amianto nei comuni in cui siano già presenti due o più discariche che l’abbiano trattato, anche se estinte o, ancora, la previsione che i rifiuti contenenti amianto possono essere smaltiti solo in discarica dedicata a rifiuti pericolosi eliminando la dicitura “non pericolosi” scritta dalla Regione – ha spiegato Zanoni a titolo esemplificativo – Abbiamo anche chiesto di aggiungere una prescrizione fondamentale nella norma che prevedeva in modo troppo generico la distanza per le discariche d’amianto da abitazioni e edifici pubblici. Considerata l’alta volatilità delle fibre, per le discariche d’amianto devono essere fissate distanze minime di almeno 2 chilometri da aree sensibili, da discariche di qualsiasi tipo o da impianti di trattamento rifiuti di qualsiasi genere e di almeno 500 metri dalle abitazioni. Abbiamo messo nero su bianco che occorre definire regole per chiudere progressivamente entro 5 anni tutti gli impianti di trattamento realizzati in zone incompatibili e tutte le discariche in aree che non siano a bassa vulnerabilità e che tra gi obiettivi del Piano vi debba essere quello di favorire l’inertizzazione dell’amianto incentivando le tecnologie che consentono il trattamento previsto dal Decreto ministeriale numero 208 del 29 luglio».

 

 

BACKGROUND

 

Paeseambiente ha richiamato le disposizioni della relazione approvata dal Parlamento europeo, il 14 marzo 2013, facendo particolare riferimento al punto 14 in cui “invita la Commissione a promuovere in tutto il territorio dell’Unione la realizzazione di centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale cessazione di ogni conferimento in discarica di questi rifiuti” e al punto 33: “invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare i controlli necessari per imporre a tutte le parti interessate, in particolare ai soggetti coinvolti nel trattamento dei rifiuti di amianto nelle discariche, il rispetto di tutte le disposizioni in materia di salute di cui alla direttiva 2009/148/CE, e a garantire che qualsiasi rifiuto contenente amianto, indipendentemente dal contenuto di fibre, sia classificato come rifiuto pericoloso ai sensi della decisione 2000/532/CE aggiornata; sottolinea che tali rifiuti devono essere smaltiti esclusivamente in specifiche discariche per rifiuti pericolosi, in conformità della direttiva 1999/31/CE, o, previa autorizzazione essere trattati in appositi impianti, testati e sicuri, di trattamento e inertizzazione, e che la popolazione interessata deve essere informata al riguardo” (TESTO OSSERVAZIONI).

 

In particolare Paeseambiente ha posto l’accento su sei punti: 1) L’amianto in quanto rifiuto pericoloso deve essere smaltito solo in discariche per rifiuti pericolosi;  2)  la gestione post operativa delle discariche di amianto deve essere elevata a 100 anni, in attesa che le nuove tecnologie consentano la rimozione dei rifiuti e la loro definitiva inertizzazione; 3) Non si devono più poter autorizzare più di due discariche per amianto in un comune; 4) La Regione deve incentivare i processi di smaltimento dell’amianto alternativi alle discariche come previsto dal decreto numero 208 del 29 luglio 2004;  5) Nella localizzazione delle discariche si deve tenere presente se ci sono altre discariche nello stesso comune; 6) devono essere aumentate le distanze minime delle discariche dalle abitazioni, in particolare per l’amianto almeno 500 metri e 2 km da aree sensibili come scuole, asili, ospedali.

 

 

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