Paderno del Grappa: gli scarichi della vergogna

Rifiuti sanitari nella discarica per inerti di Paderno del Grappa.La storia si ripete: le discariche per rifiuti inerti della Marca divengono ricettacolo delle peggiori schifezze provenienti da ogni dove … e la Provincia che fa?In una delle diverse discariche per rifiuti inerti della Marca, la Biodue di Paderno del Grappa, i Nuclei Operativi Ecologici di Treviso ed Udine hanno addirittura rinvenuto rifiuti sanitari pericolosi provenienti dallospedale di Latisana; le indagini della procura di Udine hanno portato allarresto di tre persone indagandone altre tredici. Tra gli indagati anche lamministratore di un noto laboratorio di analisi del trevigiano, la Chelab, due responsabili della Biodue e due imprenditori di Cavaso del Tomba e Zero Branco.

Siamo alle solite: le discariche per rifiuti inerti (calcinacci e resti da demolizioni) della Marca diventano ricettacolo dei peggior rifiuti provenienti da ogni dove.

Perché accade tutto questo? Dove sono i controlli della provincia di Treviso su discariche autorizzate dalla stessa ? Dove sono andati a finire i proclami di Muraro contro le discariche in provincia di Treviso?

Non la prima volta che enti di controllo diversi dalla Provincia scoprono traffici di rifiuti illeciti nelle discariche da essa stessa autorizzate e controllate. Nel 2004, il Corpo Forestale dello Stato scoprì nella discarica per inerti della Biasuzzi di Ponzano Veneto dei rifiuti tossiconocivi, provvedendo al sequestro nonché alla denuncia dei responsabili (successivamente fu condannato uno dei titolari).

Tra il 2001 e il 2002, nella discarica per inerti SEV di Padernello di Paese, sono state conferite 20.000 tonnellate di rifiuti speciali, pericolosi e tossiconocivi: anche in questo caso a scoprire il tutto non è stata la Provincia, ma il Corpo Forestale dello Stato.

Ora, nel 2010, la storia si ripete: questa volta non è il Corpo Forestale dello Stato il protagonista, ma i Nuclei Operativi Ecologici dei Carabinieri a scoprire il misfatto.

Perché la Provincia autorizza queste discariche e poi non adotta i dovuti controlli per evitare questi scempi ambientali? Dopo questo ennesimo episodio, si può parlare ancora e solo di negligenza da parte della Provincia di Treviso?

Forse non guasterebbe vedere la magistratura bussare alle porte di Sant’Artemio per chiedere finalmente spiegazioni su quanto, da troppi anni, sta accadendo nella Marca a scapito dei cittadini che, poi, si ritrovano con il loro territorio e la loro falda acquifera fortemente compromessi e contaminati.

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