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«Oltre 86 mila cittadini hanno detto no all’olio di palma»

 L’organizzazione ecologista “Salviamo la Foresta” ha consegnato al Ministero dell’Ambiente la petizione con cui 86.578 cittadini denunciano gli effetti devastanti che la raffineria Eni di Marghera (VE) causerà nei paesi del Sud del mondo. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «Appoggio pienamente la denuncia presentata dai cittadini contro la green refinery di Eni a Marghera che sta costruendo una raffineria di biodiesel che nulla ha di ecologico. Intanto nei Paesi del Sud Est asiatico stanno distruggendo le foreste per far spazio alle coltivazioni di palma da olio, mettendo in ginocchio le popolazioni locali e condannando a morte gli oranghi che le popolano».

 

L’11 febbraio 2014, l’organizzazione ecologista “Salviamo la Foresta” ha consegnato al Ministero dell’Ambiente, del territorio e del Mare la petizione con 86.578 firme contro la raffineria ad olio di palma dell’ENI di Marghera (VE).

 

L’organizzazione ecologista ha denunciato gli effetti devastanti che causerà la raffineria nei paesi del Sud del mondo, dove stanno intensificando le monocolture industriali per la produzione dell’olio di palma, distruggendo le foreste tropicali per far posto alle nuove coltivazioni, mettendo in ginocchio le popolazioni indigene e condannando a morte gli oranghi che vi hanno dimora.

 

 L’europarlamentare PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali a Palamento europeo, ha affermato: «La raffineria che Eni sta realizzando a Marghera non ha assolutamente alcuna connotazione ecologica. Le conseguenze di quest’opera sono devastanti per le popolazioni, l’ambiente e gli animali delle foreste dei Paesi del Sud Est asiatico che saranno spazzate via dalla faccia del pianeta per far posto a colture industriali. Sono al fianco di “Salviamo la Foresta” in una battaglia che è stata intrapresa in massa dai cittadini come dimostrano le migliaia di firme raccolte in pochi mesi. Una mobilitazione che dovrebbe far riflettere e portare all’unica soluzione possibile, ovvero fermare un progetto che porterà  la devastazione di un’ intera area del mondo».

 

 A settembre 2013, il Parlamento europeo ha approvato la relazione che ha modificato la Direttiva 98/70/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel e la Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Il testo si propone di contrastare gli effetti negativi dei bio combustibili sul clima e la produzione di derrate alimentari.

 

 «L’Europa ha compiuto passi importanti nell’affrontare la questione dei biocarburanti e dei loro effetti sul cambiamento climatico e considerare anche questo aspetto nelle future normative riguardanti la qualità dei carburanti – ha concluso Zanoni – Lo scopo dei biocarburanti è di costituire una valida alternativa ai combustibili fossili ordinari. Fonti scientifiche dimostrano che alcuni tipi di questi combustibili e la loro produzione a livelli insostenibili costituisce una vera e propria minaccia per l’ambiente e l’uomo. Più vote, anche in Commissione Ambiente, in occasione di decisioni che riguardavano la materia dei combustibili, ho espresso la mia decisa contrarietà all’uso dell’olio di palma, tutt’altro che ecologico e con effetti devastanti sull’uomo, sul territorio e sulla biodiversità».

 

BACKGROUND

 

 Mentre a Bruxelles l’Unione Europea discute sul così detto biocombustibile l’Eni, multinazionale controllata in parte dal governo italiano, sta costruendo un’enorme raffineria a Marghera (VE) per produrre biodiesel da olio di palma. Nel 2014 inizierebbe ad arrivare a Venezia l’olio di palma dall’Indonesia. La raffineria di Marghera produrrà biodiesel di ultima generazione, ha dichiarato James Rispoli alla stampa italiana. La materia prima sarà l’olio di palma che arriverà per mare da Indonesia e Malesia. Così l’Eni, che possiede cinque grandi raffinerie di petrolio in Italia ed è presente in 90 Paesi, rispetterà le norme europee che stabiliscono che fino al 2020 la componente rinnovabile nei combustibili sia del 10%. L’investimento per convertire la storica raffineria di petrolio nel porto di Marghera è di 100 milioni di euro. Nel 2015 gli impianti arriverebbero a produrre 500.000 tonnellate di biodiesel all’anno.

 

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