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Legalità e sicurezza. Gruppo Pd: “Modifiche alla legge regionale inadeguate. Prevale la logica degli interventi a pioggia sulla necessità di misure più incisive”

 

(Arv) Venezia 12 mar. 2024 – “A distanza di oltre 20 anni, la revisione della legge regionale che regola gli interventi sul fronte della sicurezza e della legalità sui territori poteva rappresentare un’ottima occasione per rafforzare le azioni di tutela. Ma purtroppo le modifiche inserite dalla Giunta sono insufficienti, se non peggiorative, visto che prevale una logica da finanziamento a pioggia dei pochi fondi a disposizione e si lasciano aperti tanti fronti sui quali era doveroso intervenire arricchendo questa legge”.

 

La presa di posizione è dei consiglieri regionali del Pd Veneto in merito al provvedimento di modifica della legge regionale 7 maggio 2002, n. 9 “Interventi regionali per la promozione della legalità e della sicurezza”. Il gruppo dem ha espresso voto di astensione.

 

Nel suo intervento la capogruppo Vanessa Camani ha evidenziato che “gli investimenti sono quasi esclusivamente rivolti alla video sorveglianza, facile da realizzare e dal forte impatto mediatico. Ma parliamo di un ambito limitato, a discapito di altri servizi che i Comuni hanno bisogno di garantire. Pensiamo alla necessità di potenziare la Polizia Locale, favorendo le forme associate tra Comuni, e agli interventi di carattere sociale, con azioni di contrasto al degrado sociale, che bisognerebbe mettere in campo contro certi fenomeni emergenti, come le babygang. Sostanzialmente prevale un impianto repressivo, tipico della destra”.

 

Da parte sua Francesca Zottis, vice presidente del Consiglio con delega alla legalità, ha sollevato la “necessità del riconoscimento dei Comuni turistici, che hanno bisogno di fondi e sostegni specifici nel rafforzare la sicurezza nei periodi di forte afflusso”. Per l’esponente dem “questa legge deve fare un salto di qualità, altrimenti è destinata a diventare inutile. Bisogna prevedere un’analisi ed una mappatura costante dei fenomeni criminali che non fanno parte della sfera della delinquenza comune ma che sono legati alla criminalità organizzata e mafiosa. I dati allarmanti della Direzione Investigativa Antimafia parlano del Veneto come di zona ad alto rischio: basti pensare a Mestre e ai traffici di stupefacenti, così come all’esposizione delle zone del litorale e ancora al mercato delle armi nelle aree di confine. Serve insomma una valutazione ampia quando si parla di sicurezza e legalità”.

 

Andrea Zanoni, presidente della commissione Legalità, ha invece puntato l’indice sulle ristrettezze di fondi per l’attuazione degli interventi: “Negli ultimi anni siamo passati dagli 1,55 milioni del 2018 ai 700 mila euro del 2024. E la scelta di modificare questa legge, ampliando la platea dei Comuni beneficiari a quelli con almeno 10 mila abitanti, peggiora addirittura le cose. In questo modo infatti si assisterà ad una distribuzione a pioggia di briciole. Eppure parliamo di una normativa che è molto importante e che contempla un elenco vasto di misure ed interventi da realizzare. Tra quelli che vanno ritenuti oggi sempre più prioritari ci sono la lotta all’usura, la prevenzione degli incidenti stradali collegati agli abusi da alcol e droghe, il recupero delle aree e degli immobili abbandonati, come i capannoni trasformati sempre più spesso in discariche abusive. E ancora l’implementazione e la maggiore efficienza dei sistemi informatici. Ma se non si assicurano fondi adeguati, tutto questo è destinato a rimanere sulla carta: su tutto questo abbiamo presentato un ordine del giorno che però, cosa grave, è stato bocciato dalla maggioranza”.

 

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