Intensificare la lotta al bracconaggio su fauna selvatica e pesci e aiutare le guardie volontarie venatorie, zoofile ed ittiche.

Risulta urgente intensificare la lotta al bracconaggio in tutta la Regione Veneto soprattutto nelle aree a maggior valenza ambientale come il Delta del Po per gli uccelli migratori e nei fiumi per la pesca illegale. Serve aiutare concretamente le guardie volontarie venatorie, zoofile ed ittiche per il prezioso lavoro che svolgono. La Regione finanzi queste attività al fine di tutelare la nostra biodiversità.

Venezia, 11 febbraio 2016 – Con tre emendamenti al Bilancio 2016 e legge di stabilità 2016, ho chiesto al Consiglio Regionale lo stanziamento di 85.000 euro così suddivisi: 50.000 euro per contrastare il bracconaggio nelle aree a maggior valenza ambientale come il Delta del Po; 15.000 euro per il contrasto del bracconaggio nella pesca; 20.000 euro per aiutare concretamente le guardie volontarie venatorie, zoofile ed ittiche per il prezioso lavoro che svolgono a tutela della nostra biodiversità.

La riorganizzazione delle Province ed il passaggio del Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri hanno creato un clima di disagio e difficoltà nei corpi che tradizionalmente si occupano di lotta al bracconaggio.  In molte province del Veneto esistono dei nuclei organizzati di Guardie Venatorie e Zoofile Volontarie che con efficienza ed efficacia hanno dimostrato di svolgere un’attività di vigilanza a tutela della fauna selvatica utile a prevenire e reprimere il bracconaggio. Dette Guardie operano gratuitamente, pertanto si ritiene opportuno riconoscere alle associazioni dotate di nuclei organizzati di guardie venatorie dei contributi per il rimborso delle spese sostenute per garantire il rispetto delle norme regionali, nazionali e comunitarie sulla tutela della fauna selvatica e dell’ambiente.

Un’altra piaga che riguarda la biodiversità del Veneto è un’intensa attività di bracconaggio, spesso organizzata, da parte di cittadini provenienti dalla Romania nei confronti delle risorse ittiche dei nostri fiumi e laghi. Da tempo le associazioni di pescatori segnalano questa attività illecita e spesso le forze di Polizia provinciale e il Corpo Forestale denunciano alcuni di questi individui. Nonostante l’attività di prevenzione e repressione il fenomeno stenta a diminuire. Occorre attuare un tavolo di coordinamento che includa Regione, Province, associazione di pesca sportiva, associazioni ambientaliste e tutti gli attori interessati per studiare e monitorare il fenomeno in modo da rendere operative delle strategie utili ad arginare e debellare questo grave fenomeno. Serve inoltre stanziare una somma per i rimborsi spese per le guardie ittiche volontarie delle associazioni di pescatori e ambientaliste in modo che possano intensificare i controlli nel territorio e, in particolare, nelle ore notturne. Perciò vanno finanziate le locali associazioni riconosciute dotate di queste guardie volontarie.

Anche il Delta del Po merita massima attenzione perché in questo ambito si assiste ad un diffuso fenomeno di bracconaggio dove spesso la caccia alle anatre ed ai limicoli viene effettuata con mezzi vietati dalle norme nazionali e comunitarie, come l’utilizzo di richiami elettroacustici, di fucili con un numero di colpi superiore al consentito, di munizioni tossiche al piombo. Anche la Commissione Europea, come la trasmissione Striscia la notizia,  si è interessata a questo fenomeno e, se non verrà combattuto localmente, l’Unione Europea potrà aprire una nuova procedura di infrazione per la violazione della direttiva “Uccelli”. Attualmente il Parco del Delta del Po non è dotato di agenti di vigilanza propri mentre la Polizia Provinciale di Rovigo non ha i mezzi adatti e sufficienti per combattere questo fenomeno. Serve dotare questo corpo di polizia di mezzi adeguati come imbarcazioni leggere ad alta capacità di movimento.

Andrea Zanoni – Consigliere regionale del Veneto

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