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In Italia 15 mesi per ritrovare un posto di lavoro

LAVORO: IN ITALIA 15 MESI PER RITROVARE UN POSTO, DOPPIO DI GERMANIA RISULTATI DELL’EMPLOYEE LABOUR TRUST INDEX PROMOSSO DA GI GROUP Roma, 5 nov. (Adnkronos/Labitalia) – Non basta l’effettiva fiducia relativa all’organizzazione in cui si opera (58,99 punti in una scala da 0 a 100, dove 50 indica il valore di riferimento per distinguere tra chi e’ effettivamente confidente e chi no) per contrastare la poca fiducia in generale che i lavoratori ripongono nelle istituzioni e nella facilita’ di reimpiego. Il vecchio continente e’, infatti, diviso in due sul reimpiego: si va dai 7,76 mesi ritenuti necessari in Germania per trovare un nuovo posto, in caso di perdita di lavoro – seguita da Regno Unito e Polonia con poco piu’ di 8 – agli oltre 16 mesi necessari in Spagna e ai quasi 15 in Italia, per una media di 11 mesi e un indice europeo di facilita’ di reimpiego di soli 32,85 punti. Questi i principali risultati registrati dall’Employee Labour Trust Index, lo studio statistico internazionale che la multinazionale del lavoro Gi Group – attraverso la fondazione creata per promuovere la cultura del lavoro, Gi Group Academy, e la collaborazione di OD&M Consulting – ha promosso a settembre su 6 paesi in Europa (Italia, Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Polonia), per rilevare il livello di fiducia dei lavoratori nei confronti del mercato del lavoro nel suo complesso (a quota 43,37 punti a livello europeo) e rispetto a 3 aree di indagine: l’organizzazione, la facilita’ di reimpiego e le istituzioni nazionali e sovranazionali che regolano il mercato. A far serpeggiare un generale scetticismo tra i lavoratori contribuisce la scarsa fiducia in tutte le istituzioni che regolano o influenzano il mercato (38,16 punti); tiene un po’ meglio l’Unione europea – specie per gli spagnoli e gli italiani – mentre i tedeschi non si fidano del tutto, esprimendo il valore piu’ basso dopo gli inglesi. Il pessimismo maggiore e’ registrato, per contro, verso i partiti politici e soprattutto da parte degli italiani (20,85). E’, invece, da segnalare la relativa tenuta delle agenzie per il lavoro private, specie in Spagna, dove registrano il punteggio piu’ alto a livello paese, e in Italia, dove, anche se ottengono valutazione piu’ bassa rispetto a Francia, Regno Unito e Germania, sono comunque al secondo posto a livello locale dopo la Ue. A livello paese, fiducia effettiva e’ espressa solo dai lavoratori tedeschi nei confronti dei sindacati (52,93) e delle autorita’ regionali o locali (50,90). “Come soggetto globale che opera in piu’ di venti paesi in tutto il mondo, abbiamo deciso di realizzare questa ricerca – commenta Stefano Colli-Lanzi, Ceo di Gi Group – perche’ ci interessa contribuire alla crescita di un mercato del lavoro migliore, piu’ funzionale sia alle esigenze delle persone che a quelle delle imprese: per questo siamo attenti a un argomento come la fiducia nei vari protagonisti del mondo del lavoro. I risultati emersi da questo nuovo studio internazionale ci confermano che le riforme strutturali sono fondamentali, motivo per cui solo i paesi che le hanno avviate per tempo, come ad esempio la Germania, sono meno esposte all’ondata di pessimismo che sembra essere, invece, un elemento trasversale a tutta l’indagine”. “Non stupisce – spiega – che proprio l’istituzione che preme di piu’ sulle riforme sui singoli paesi, ovvero l’Unione europea, sia percepita meglio, tranne rari casi, rispetto alle singole istituzioni nazionali, su cui prevale, invece, una generale sfiducia, in primis per partiti politici, in crisi generale di rappresentanza e governi nazionali, spesso a seguito delle recenti azioni di austerity intraprese. Tra gli attori del mercato rileviamo positivamente, inoltre, come le agenzie per il lavoro private siano abbastanza ben valutate, oltre che in Francia, Regno Unito e Germania, in Spagna (con il valore piu’ alto registrato in senso assoluto) e in Italia (al secondo posto rispetto alle altre istituzioni a livello locale), paesi dove la crisi ha in questo momento i suoi effetti piu’ drammatici, ma dove evidentemente sono, comunque, percepite come un soggetto facilitatore”. (segue) (Lab/Ct/Adnkronos) 05-NOV-12 13:28 NNNN  
 

 

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