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In Giappone la conferenza dell’Unep contro l’inquinamento da mercurio

Roma, 7 ott. – (Adnkronos/Xinhua) – Si apre oggi nella città giapponese di Kumamoto la riunione dell’Unep (United nations environment programme, il programma ambientale delle Nazioni Unite), con l’obiettivo di approvare, da qui a venerdì, uno strumento giuridicamente vincolante sul mercurio. L’incontro vede la partecipazione di 1.000 rappresentanti di 140 Paesi e regioni di tutto il mondo per adottare la Convenzione di Minamata. Il trattato prende il nome della città giapponese vittima di un grave caso di inquinamento da mercurio e prevede controlli e riduzioni che riguardano una serie di prodotti, processi e industrie in cui viene utilizzato, rilasciato o emesso mercurio.

 

Secondo il ministero dell’Ambiente giapponese, il trattato, che è stato negoziato nel corso degli ultimi quattro anni, ha lo scopo di indirizzare l’estrazione diretta del mercurio, l’esportazione e l’importazione del metallo così come lo stoccaggio in sicurezza di rifiuti contenenti mercurio. Il problema dell’inquinamento da mercurio rappresenta una minaccia globale che preoccupa anche i Paesi che sul tema hanno già adottato normative stringenti. Come nel caso dell’Unione Europea che si avvale di una severa strategia globale per il controllo di tutte le fasi di vita del mercurio, inquinante ‘transfrontarliero’ perché se in altre parti del mondo i controlli sono più carenti i danni che ne derivano finiscono per varcare i confini nazionali.

 

Il trattato che sarà firmato questo mese è frutto di negoziati multilaterali e fa seguito alla decisione del Consiglio direttivo dell’Unep del 2009 per lo sviluppo di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sul mercurio e la creazione di un Comitato internazionale al lavoro su un trattato dedicato al tema. Il documento copre tutti gli aspetti del ciclo di vita del mercurio, dalle miniere e l’estrazione al suo commercio e lo smaltimento.

 

Al mercurio è una sostanza chimica con effetti neurotossici, ampiamente utilizzata nei processi industriali e in alcuni prodotti come batterie o termometri. E’ l’unico metallo allo stato liquido a temperatura ambiente ed è un elemento chimico indistruttibile. Ciò significa che vi è uno “stock mondiale” di mercurio che resta in circolazione nell’ambiente, tra aria, acqua, sedimenti, suolo e organismi viventi.

 

Il mercurio e la maggior parte dei suoi componenti sono estremamente tossici per esseri umani, animali ed ecosistemi e, ad elevate dosi, può essere mortale (ma anche dosi relativamente basse possono causare gravi danni al sistema nervoso e sono state associate a possibili effetti nocivi sui sistemi cardiovascolare, immunitario e riproduttivo). In presenza di batteri, il mercurio può trasformarsi in metilmercurio, la sua forma più tossica che può superare senza problemi la placenta e la barriera emato- encefalica.

 

L’Unione Europea ha compiuto notevoli progressi per affrontare le sfide globali relative all’inquinamento da mercurio, da quando ha lanciato la strategia Ue sul mercurio nel 2005 che prevede restrizioni alla vendita di apparecchiature contenenti mercurio, il divieto di esportazione del mercurio dall’Ue, nuove norme in materia stoccaggio in sicurezza e 20 misure per ridurre le emissioni di mercurio, limitare l’offerta e la domanda e proteggere dalle esposizioni.

 

Tra i più alti livelli di esposizione umana al mercurio sono stati registrati nelle comunità artiche, a causa l’accumulo di mercurio nel pesce, che costituisce la parte significativa delle diete tradizionali. Il caso di inquinamento da mercurio che colpì la città giapponese di Minamata è tristemente famoso anche per aver dato il nome a una malattia, la Sindrome di Minamata (o di Chisso-Minamata), sindrome neurologica causata da intossicazione acuta da mercurio, scoperta appunto nella città della Prefettura di Kumamoto, nel 1956.

 

A causarla, il rilascio di metilmercurio nelle acque reflue dell’industria chimica Chisso Corporation, che perdurò dal 1932 al 1968 che finì per accumularsi nei molluschi, nei crostacei e nei pesci della baia di Minamata e del mare di Shiranui, entrando nella catena alimentare e causando l’avvelenamento da mercurio degli abitanti del luogo.

 

A marzo 2001, circa 2.265 vittime sono state ufficialmente riconosciute (1.784 delle quali morte), e più di 10.000 hanno ricevuto risarcimenti dalla Chisso. Le cause e le richieste di risarcimento continuano tuttora. Nel 1965, un secondo disastro ambientale nella Prefettura di Niigata provocò un riemergere della malattia (alla quale venne dato il nome di malattia di Niigata Minamata). Entrambi i casi sono considerati fra i maggiori disastri da inquinamento in Giappone.

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