Il Parlamento europeo approva il congelamento della vendita di una certa quantità di quote CO2 per mantenere il costo di mercato all’interno del sistema ETS. Zanoni: “Bene, adesso però ci vuole la volontà politica affinché l’intero sistema di scambio quote CO2 non diventi un enorme flop europeo”
Il Parlamento europeo ha approvato il congelamento della vendita all’asta di una certa quantità di permessi d’emissione CO2, il cosiddetto backloading, al fine di ridare efficacia a sistema ETS ed incoraggiare le imprese a investire in innovazione a bassa emissione di carbonio. L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha detto: “Bene questo congelamento, ma per far sì che l’intero sistema di quote ETS serva veramente a disincentivare le emissioni di CO2 e a combattere il cambiamento climatico servono ben altre riforme”.
La risoluzione approvata oggi dal Parlamento prevede che la Commissione possa, in circostanze eccezionali, adattare il calendario delle aste, ma solo nel caso che uno specifico studio d’impatto mostri l’assenza di un rischio delocalizzazione al di fuori dell’UE per le imprese dei settori interessati.
“Oggi abbiamo dato una spinta a un sistema che, a causa di un eccesso di offerta iniziale e del rallentamento economico, ha visto il crollo dei prezzi delle quote di CO2, oggi arrivate a 4 euro la tonnellata, ben al di sotto dei livelli stimati quando il sistema stesso è stato creato e che perciò rischia di risultare inefficace – attacca Zanoni – Adesso bisogna avere il coraggio e la volontà politica di attuare quelle riforme strutturali che servono davvero a salvare il sistema e a contrastare le emissioni di CO2 in Europa”.
Il sistema di scambio di emissioni (Emissions Trading System – ETS), mercato del carbonio creato nel 2005, ha introdotto un massimale complessivo delle emissioni per vari settori industriali, tetto che è gradualmente ridotto. Entro il 2020, le emissioni dei settori industriali coperti dal sistema ETS saranno inferiori del 21% rispetto al 2005.
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