Giovedì 20 giugno, l’Assessore all’Ambiente della Regione Emilia Romagna, Sabrina Freda, presentando il Piano regionale dei Rifiuti ha annunciato l’intenzione di chiudere il termovalorizzatore di Piacenza entro il 2020 e di improntare il futuro sul recupero e riciclo. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «L’Assessore segue le indicazioni dell’Europa. Ha tutto il mio sostegno»
Giovedì 20 giugno 2013, l’Assessore all’Ambiente dell’Emilia Romagna, Sabrina Freda, presentando il Piano regionale dei Rifiuti, ha annunciato l’intenzione di chiudere il termovalorizzatore di Piacenza entro il 2020 e di improntare il futuro sul recupero e riciclo dei materiali. La decisione ha provocato la reazione del presidente della Provincia piacentina, Massimo Trespidi, che non crede che “l’aumento della raccolta differenziata e la diminuzione dei rifiuti prodotti possano essere sufficienti”.
L’Assessore Freda ha ribadito la decisione della Regione di superare con il nuovo Piano dei Rifiuti il sistema basato su discariche e termovalorizzatori, per puntare soprattutto sul recupero di materia e sul dimezzamento delle discariche. Questo implicherà anche la chiusura dell’impianto di Borgoforte (PC) entro il 2020, quando sarà ritenuto vecchio e in posizione non strategica.
Secondo Freda, la produzione di rifiuti diminuirà e la differenziata aumenterà il suo peso, con la conseguenza che gli impianti più vecchi e “periferici”, come quelli di Piacenza e Ravenna, dovranno essere superati.
Dura la reazione del Presidente della Provincia di Piacenza Trespidi che non crede nella differenziata come soluzione per lo smaltimento dei rifiuti.
L’europarlamentare Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezzza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Trespidi dimostra di non conoscere la materia di cui sta parlando. In materia di rifiuti, il Parlamento europeo ha approvato la relazione sull’uso efficiente delle risorse che dice stop a rifiuti riciclabili a inceneritori e discariche entro al 2020»
A Strasburgo il 24 maggio 2012, il Parlamento europeo ha approvato la relazione di Gerben Jan Gerbrandy su “un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” che invita la Commissione europea “a razionalizzare la normativa in materia di rifiuti, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre quelli residui fino a raggiungere l’obiettivo RIFIUTI ZERO”. Per questo, il testo “chiede alla Commissione di presentare proposte entro il 2014 allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili”.
«Invito il Presidente Trespidi a recarsi in Veneto a visitare il Centro Rifiuti di Vedelago (TV) che ricicla il 100% della immondizia urbana compresi i pannolini, creando posti di lavoro e reddito – ha aggiunto Zanoni – In tal modo si riesce anche a mettere sul mercato materiale utile alle imprese per reggere la concorrenza cinese. La titolare del Centro di riciclo di Vedelago, Carla Poli, porta sempre come esempio un’azienda ferrarese di scope salvata dal tracollo grazie alla sua plastica riciclata dal costo di 400 euro a tonnellata molto più economica della plastica vergine a 3000 euro a tonnellata. Trespidi dovrebbe essere più attento alla salute e al portafoglio dei suoi cittadini. Invece di criticare, dovrebbe attivarsi per finanziare un progetto all’avanguardia come quello di Carla Poli: avrebbe un centro che dà lavoro fino a 100 persone, farebbe respirare aria più pulita ai suoi cittadini, darebbe la possibilità alle imprese locali di trovare sul mercato materiali come plastica e sabbie speciali per manufatti per edilizia ad un prezzo ultra conveniente. I miei complimenti all’Assessore Freda, che ha la capacità di guardare avanti e pensare al futuro dell’Emilia Romagna, alle tasche e alla salute dei suoi abitanti. Ha tutto mio sostegno».
La struttura di Carla Poli si trova a Vedelago (TV) e gestisce in entrata, giornalmente, 100 tonnellate di spazzatura, risultato della raccolta differenziata di oltre 200 comuni e di 830 aziende. Nel Centro vengono trattati i rifiuti indifferenziati che avanzano dalla raccolta e che solitamente sono destinati alla discarica o all’inceneritore, per trasformarli in una “materia prima secondaria” (come viene chiamata la materia prima del riciclo) utilizzabile per arredi urbani, pavimentazioni, costruzioni.
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