L’accordo sul clima di Durban rinvia tutto al 2015. Su Kyoto 2 ai grandi assenti (Usa, Cina e India) si aggiungono Canada, Russia e Giappone. Andrea Zanoni: “Ambiente e clima continuano ad essere trattati come questioni di serie B. L’Ue è sempre più isolata sullo scacchiere mondiale. Il Ministro Clini è davvero troppo ottimista”. “Un totale fallimento? Forse no, ma i risultati di Durban vanno ben al di sotto delle aspettative e mancano l’obiettivo principale che ci eravamo prefissati: intervenire in modo tempestivo contro il cambiamento climatico”.
Così Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione Ambiente, giudica l’accordo raggiunto alla Conferenza internazionale sul clima appena conclusasi a Durban.
“Purtroppo non condivido l’ottimismo del Ministro Clini che considera l’accordo raggiunto a Durban un grosso passo avanti rispetto al flop del summit di Copenaghen – aggiunge Zanoni – E questo perché l’Ue è sempre più isolata su uno scacchiere mondiale che sul clima continua a fare orecchie da mercante”. “Questo temporeggiare e rinviare una politica realmente incisiva nella lotta al cambiamento climatico, finirà per gravare soprattutto sulle future generazioni. Si tratta di un atto di puro disinteresse per quelli che verranno dopo di noi”.
“Troppi gli intenti e le buone intenzioni, scarsi gli impegni immediati e le misure concrete – spiega Zanoni – Rimandare i negoziati del nuovo trattato globale al 2015, per poi farlo partire addirittura nel 2020, è davvero troppo tardi. In questo modo si procrastina una decisione che andrebbe presa subito, ma i leader mondiali continuano a pensare che non si tratti di una priorità”. Secondo Zanoni “bisogna smetterla di relegare la tutela dell’ambiente e la lotta al riscaldamento climatico in un secondo momento, non si tratta di una frivolezza inutile e superflua”. “Gli effetti del climate change, eventi meteorologici estremi, siccità e ondate di caldo, sono sempre più forti e pressanti. Purtroppo a farne le spese sono i meno potenti al mondo, penso ad esempio al Pakistan e al Bangladesh”.
“Inoltre a Durban incassiamo il reiterato rifiuto di giganti mondiali come Stati Uniti, Cina e India ad aderire a Kyoto 2 e l’inedito passo indietro di Giappone, Canada e Russia – continua l’Eurodeputato – Insomma parlare di grande vittoria sembra proprio fuori luogo”. “Stesso discorso vale per il Fondo verde per il clima a favore delle nazioni più povere. Dove si andranno a prendere i 100 miliardi di dollari che dovrebbero costituirlo? La mancanza di un’indicazione precisa equivale a una non risposta”. A questo proposito Zanoni rilancia la Tobin Tax, d’incanto come sparita dall’agenda internazionale. “Con una tassazione minima sulle transazioni e sulle rendite finanziarie potremmo finanziare innumerevoli interventi per prevenire gli effetti del cambiamento climatico”, spiega l’Eurodeputato.
“A Durban l’Unione europea si è trovata sola come non mai nella sua battaglia in difesa del clima e dell’ambiente – conclude Zanoni – Se gli Stati nazionali non metteranno da parte i loro egoismi e miopi interessi, la battaglia europea rischia di diventare come quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento”.
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