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Direttiva Acque, Zanoni (PD): “Zaia attacca l’Europa sul deflusso ecologico dei fiumi, ma dalla Regione nessuna politica agricola per il risparmio idrico”

Venezia, 1 ottobre 2021

“La Lega ci ha abituato al ritornello che è colpa dell’Europa, senza differenze tra Salvini e Zaia. È però troppo comodo, come fa il presidente, addossare responsabilità all’Ue attaccando la normativa sul deflusso ecologico senza fare il minimo mea culpa. Governa il Veneto da oltre un decennio: cosa ha fatto la Regione per limitare i consumi d’acqua ad uso agricolo?”. Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, replica all’intervento di Zaia al convegno organizzato da Anbi e Consorzio Piave al Bhr di Quinto di Treviso. “L’unico punto su cui posso essere d’accordo è che le Direttiva Acque non contempla situazioni locali come quella del Piave da sempre sfruttato per l’agricoltura e fonte di acqua utile ad una biodiversità diffusa, ma mi fermo qui. Se i Consorzi hanno messo in piedi sistemi di distribuzione d’acqua più sostenibili e con meno sprechi, la cui realizzazione richiede però tempi biblici, la Regione è rimasta a guardare e si sveglia adesso, a tre mesi dall’entrata in vigore della Direttiva sul deflusso ecologico! Più che della Direttiva acque, dovrebbe preoccuparsi dei cambiamenti climatici che invece ben si guarda da volerli affrontare con serie politiche agricole”.

 

“Anziché puntare su sistemi e colture a basso consumo idrico, le politiche delle Giunte Zaia sono andate in direzione opposta, autorizzando centinaia di pozzi per il prelievo di acqua di falda per gli impianti di irrigazione dei vigneti di Prosecco. E ancora, si continuano a coltivare in gran quantità, grazie anche a fondi pubblici, mais e soia, cereali che richiedono moltissima acqua, destinati a produrre mangimi per gli animali invece che cibo per le persone”, attacca Zanoni. “Al contrario i prati sono spariti, perché la Regione non li ha sostenuti economicamente, distruggendo indirettamente moltissime stalle.  Tant’è che le aziende che producono latte in Veneto sono passate da 6.814 del 2003/04 alle 4.223 del 2009/10, con un  processo  di concentrazione e progressiva industrializzazione rurale. Sostenibilità è una parola sconosciuta a Palazzo Balbi: in Veneto l’incidenza delle superfici biologiche è del 6,2% – dati 2019 – contro una media nazionale del 15,8%: siamo quindicesimi in Italia. Questo la dice lunga sui gravissimi errori del Veneto in agricoltura”.

 

“Dovremmo ridurre drasticamente la produzione di carne per evitare disastrose conseguenze per l’ambiente, la salute e il clima, ma i fondi della Pac dell’Unione Europea vengono usati per incentivare gli agricoltori premiando l’agro-business quando servirebbero modelli più ecologici. Anche in Veneto le aziende agricole di piccole dimensioni, con produzioni di qualità, stanno scomparendo a ritmi allarmanti, mentre il denaro pubblico aiuta quelle di dimensioni maggiori a crescere sempre più”.

 
 
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