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Dall’ Italia cervelli in fuga triplicati dal 2002 al 2011

RICERCA: EURISPES, TRIPLICATI CERVELLI IN FUGA DA 2002 A 2011 IN CALO NUMERO ADDETTI IN ITALIA

Roma, 31 gen. (Adnkronos Salute) –

Diminuisce il numero degli addetti alla ricerca in Italia e continua la costante ‘migrazione dei cervelli’. E la difficile situazione economica italiana non incentiva il ritorno degli studiosi nel Belpaese. Inoltre, rispetto al Prodotto interno lordo italiano, nel 2010 rimane invariata la percentuale di spesa per la ricerca e lo sviluppo, ancora ferma all’1,26%. E’ quanto ricorda Eurispes nel suo ‘Rapporto Italia 2013′, presentato oggi alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Il Rapporto cita un’analisi condotta dall’Istat sull’inserimento professionale dei dottori di ricerca: tra coloro che hanno conseguito in Italia il titolo negli anni 2004-2006, oltre il 7% nel 2010 si e’ trasferito all’estero, mentre il 13% ha dichiarato di emigrare entro un anno (Istat, 2012). Nelle attivita’ di ricerca in Italia sono impegnate 225.632 persone, con un calo dello 0,4% rispetto al 2009. Secondo il rapporto Istat ‘Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente’, dal 2002 al 2011 e’ sostanzialmente triplicato il numero dei laureati che ha lasciato l’Italia per altri Paesi come la Germania, la Svizzera, il Regno Unito e la Francia (scelte nel 44% dei ragazzi dai 25 anni); mentre al di fuori dell’Unione europea sono stati preferiti prevalentemente gli Stati Uniti e il Brasile. Secondo un’indagine curata per il The National Bureau of Economic Research, in Italia il bilancio tra i ricercatori in entrata e quelli in uscita documenta un evidente deficit: se sono il 16,2% coloro che lasciano l’Italia, solo il 3% sceglie il nostro Paese. All’estero, considerando il rapporto tra le partenze e gli ingressi per sviluppare attivita’ di studio e ricerca, lo scenario e’ differente: la Germania registra tendenze positive, che assumono valori di eccellenza in Svizzera e Svezia (che riportano oltre il 20%). Anche nel Regno Unito la situazione e’ migliore con il +7,8% e in Francia con il +4,1%; la Spagna, anche se lievemente, registra una minore capacita’ di attrazione (-1%). E’ l’India che presenta una situazione notevolmente peggiore rispetto a quella italiana con il 40% dei ricercatori che sceglie di lavorare all’estero e solo l’1% in arrivo. (Bdc/Col/Adnkronos) 31-GEN-13 13:07 NNNN  

 

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