“La Regione ha approvato un Piano regionale sulle attività di cava che prevede estrazioni anche nelle zone contaminate da Pfas. Non è certo un passo in avanti per le politiche ambientali del Veneto”. È quanto affermano in una nota congiunta la Consigliera della Lista AMP Cristina Guarda, il Capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso e il collega dem Andrea Zanoni, correlatore del Progetto di legge sulle attività di cava e promotore anche dell’emendamento sul tema Pfas, auspicato, fra gli altri, dai Comuni di Trissino e Arzignano, ma bocciato dalla maggioranza in Consiglio. “Il Prac dovrebbe sviscerare problemi e aspetti ambientali veneti connessi all’attività di cava ma così è un incompiuto. Si basa su una Vas (Valutazione ambientale-strategica) relativa al 2011-2014 e non tiene conto della questione Pfas, che all’epoca era sottovalutata dalla Regione. È una scelta incomprensibile, poiché nel 2017 è stato fatto uno screening per verificare se era necessario aggiornare o meno la Valutazione Ambientale. La scelta è ricaduta sulla seconda ipotesi e secondo noi è un errore. Non riteniamo affatto opportuno che venga banalizzato il rapporto fra scavi e inquinamento da Pfas, a causa di un piano aggiornato a quattro anni fa e ai timori di dover precludere l'opportunità di escavazioni anche a quei territori colpiti da altri fenomeni di inquinamento: il divieto di scavi sottofalda è positivo ma non è una garanzia”.
“Sono decisioni sbagliate e anche poco comprensibili – concludono i Consiglieri – sia quella di consentire l’estrazione che l’esportazione di ghiaia dalla zona contaminata. Questa grave mancanza di attenzione, infatti, cozza con il percorso della Giunta regionale che dopo aver a lungo minimizzato il problema Pfas, almeno fino a metà 2016, e le ripercussioni sanitarie, oggi, in seguito alle numerose sollecitazioni da parte dell’opposizione, chiede lo stato di emergenza”.