Ambiente. Zanoni (PD): necessario correggere piano tutela delle acque e consumo suolo

(Arv) Venezia 22 set. 2015 – “Sul Piano di tutela delle acque e sul progetto di legge riguardante il consumo di suolo, le audizioni hanno fatto emergere significative criticità, che rendono necessario correggere il tiro”. Lo dichiara in una nota Andrea Zanoni, consigliere regionale del PD e vice presidente della Commissione Ambiente e politiche per il Territorio, dove nei giorni scorsi si è tenuto un ampio giro di audizioni sui due provvedimenti.

L’esponente democratico fa innanzitutto il punto sul Piano Acque, sottolineando che “i rappresentanti di importanti associazioni (Forum dei contratti di fiume, Legambiente Veneto, WWF Veneto e Centro italiano per la riqualificazione fluviale) hanno confermato le mie preoccupazione, in particolare su una deroga al minimo deflusso vitale. Nel Piano, infatti, – precisa – viene prevista una casistica che consente di lasciare a secco i fiumi, anche per tempi indeterminati. Ciò si discosta dai dettami della Direttiva CE n. 60/2000 che tutela i corsi d’acqua e la loro biodiversità. Sarebbe importante che su questa vicenda si facessero sentire anche i rappresentanti del mondo della pesca sportiva”.

“Inoltre – prosegue Zanoni – è emerso il fatto che molti parametri europei relativi alla qualità delle acque dei nostri fiumi, che dovevano essere raggiunti entro il 2015, vengono spostati al 2018. Oltre alle ricadute sull’ambiente di queste proroghe, c’è il rischio concreto di sanzioni, dato che la Commissione Europea ha già aperto due procedimenti ‘EU Pilot’ che sono l’anticamera di una vera a propria procedura di infrazione”.

Per quanto riguarda la discussione sul provvedimento riguardante il consumo di suolo – ricorda l’esponente democratico – “abbiamo sentito numerose associazioni, da Confcommercio a Confesercenti a Coldiretti. I punti più preoccupanti del progetto di legge Zaia sono legati alle troppe deroghe. Bisognerebbe tenere a mente un dato fornito da Confcommercio: ogni ettaro cementificato di suolo comporta costi per la collettività pari a 6.500 euro. A questo si aggiunga che negli ultimi 10 anni, secondo dati Coldiretti, in Veneto sono spariti 40 mila ettari, passando da 850 mila a 810, con una cementificazione di 4 mila ettari annui”.

“Concordo con Coldiretti sull’eccessivo numero di deroghe, relative ad accordo programma, Piano casa, legge sul commercio e sulle grandi opere. Bisogna modificare questo progetto di legge – conclude Zanoni – ponendo come priorità la tutela delle campagne, con particolare riferimento ai campi agricoli. Per avere un quadro più approfondito della situazione, ho richiesto di sentire Arpav affinché ci fornisca dati aggiornati sul consumo di suolo in Veneto”.

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