“In totale le procedure di infrazione ambientale da parte dell'UE cui si trova sottoposta la Regione Veneto sono otto. Di queste, tre riguardano le acque reflue, una il rumore ambientale, due la qualità dell'aria e due le aree protette. Sono tutte in itinere ma una, concernente la qualità dell'aria, è in dirittura d'arrivo, visto che stanno calcolando l'entità della sanzione”.
A fare il quadro è il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni, dopo la seduta della Commissione Ambiente nel corso della quale “è stato analizzato lo stato dell'arte. Emerge dunque uno scenario deficitario sul fronte della tutela ambientale, soprattutto per l'inquinamento atmosferico, determinato da traffico, allevamenti intensivi, riscaldamento a biomassa e fuochi all'aperto. E su quello dei siti della Rete Natura 2000: siamo indietro rispetto agli impegni fissati dall'Agenda 2030 dell'ONU. Sulla tutela della biodiversità il Veneto infatti è da bollino rosso. Emblematico il ritardo della tutela dell'area di mare che fronteggia il Delta del Po, utile a proteggere le specie del Delfino Tursiope e della tartaruga marina”.
Secondo l'esponente dem “Dovevamo investire risorse, a partire dal Piano Aria, invece di pagare infrazioni. Mentre i pediatri lanciano allarmi, Zaia non vuole mai prendere misure impopolari ma estremamente necessarie. Così ci troviamo cornuti e mazziati. Dobbiamo pagare le infrazioni all'UE, con i rischi che rimangono aperti per la salute e l'ambiente”.
In conclusione Zanoni, rifacendosi ad una recente interrogazione riguardante i fuochi dell'Epifania, attacca Zaia: “Abbiamo un presidente che in tema di tutela dell'aria fa di tutto per caricare di infrazioni e sanzioni i cittadini veneti. Lui in piena zona arancione di allerta smog brucia i Panevin e al tempo stesso manda in fumo i soldi pubblici”.
 |
|