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Alimentazione e Salute – Zanoni: “Dopo l’inchiesta di Report, Prosecco, le analisi non lasciano dubbi. Servono l’etichettatura obbligatoria e il passaggio al biologico”

“Ho visto con i miei occhi le analisi fatte dal Gruppo Colli Puri che non lasciano dubbi: tutto il Prosecco contiene residui di molecole chimiche di sintesi. Certo, rientrano nei valori di legge ma ci sono, anche se in misura molto diversa da produttore a produttore: ciò significa che con le buone pratiche si può diminuire anche la chimica o addirittura eliminarla, adottando sistemi di agricoltura biologica che evidentemente sono visti come il diavolo dalle lobby dei pesticidi e dalle reti di vendita locali”. Andrea Zanoni commenta la puntata di ieri “del programma televisivo Report dedicata, fra l’altro, ‘all’oro giallo’ della regione – spiega il consigliere Pd ho già presentato due interrogazioni chiedendo regole certe sulla limitazione nell’uso di diserbanti e fitofarmaci e sull’estensione dei vigneti coltivati a Prosecco, in modo da tutelare un’eccellenza veneta”

 

Spiega Zanoni: “I racconti degli abitanti barricati in casa per difendersi dalle nubi di pesticidi fanno indubbiamente riflettere. Da sempre vado sostenendo la trasparenza dei prodotti tramite etichettatura: se anche il Prosecco adottasse la trasparenza pubblicando nella bottiglia i residui chimici sono sicuro che chi ne abusa resterebbe fuori dal mercato ed alla fine converrebbe passare al biologico. I consumatori infatti indirizzerebbero il mercato verso un prodotto sostenibile come è accaduto per l’olio di palma. Zaia, citato più volte da Report, dovrebbe passare dalle parole ai fatti rendendo obbligatoria l’etichettatura delle bottiglie e indicando i residui chimici come già avviene per l’acqua minerale – prosegue Zanoni – Il biologico non è comunque la sola questione aperta. Bisogna infatti pensare alla tutela del paesaggio e della biodiversità, oltre agli effetti negativi della monocultura: dal 2010 a oggi la produzione di glera (il vitigno del Prosecco) è raddoppiata passando da 1.59 a 3.66 milioni di quintali. Per ora questo aumento sta facendo la fortuna di molti, considerato che l’uva del Prosecco viene pagata il triplo di quella degli altri vitigni, ma c’è il rischio concreto che si tratti di una ‘bolla’ destinata prima o poi a scoppiare, lasciando – conclude il consigliere democratico- inevitabili ferite al territorio. Anche su questo versante la Regione dovrebbe intervenire, ma dovrebbe esserci un reale interesse a farlo: il servizio televisivo ha ben mostrato su quali ‘regole’ si basa il sistema politico veneto”.

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