In Tribunale a Treviso, giovedì 19 dicembre, con il cambio del Collegio giudicante è stata fissata la nuova udienza a marzo 2014 per il processo che vede alla sbarra nove imputati che avevano escogitato un sistema per commerciare gli uccelli catturati nei roccoli in un mercato illecito. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: « Con le perquisizioni domiciliari effettuate dal Corpo Forestale dello Stato è venuto alla luce un laboratorio criminale dove i Tordi catturati venivano vivisezionati con la pratica del “sessaggio” per individuare i maschi attraverso il taglio dell’addome: le femmine venivano uccise e i maschi che sopravvivevano ricuciti alla buona»
In Tribunale a Treviso, giovedì 19 dicembre 2013, con il cambio del Collegio giudicante è stata fissata il 6 marzo 2014 la prossima udienza del processo che vede alla sbarra nove imputati, tra cui due dipendenti pubblici, una guardia e una dipendente dell’Ufficio caccia della Provincia di Treviso, che avevano escogitato un sistema per commerciare gli uccelli catturati nei roccoli in un mercato illecito.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, che ieri era presente in aula al processo (FOTO) ha affermato: « Cambiando il Collegio giudicante si deve ricominciare tutto dall’inizio, risentendo ogni testimonianza. Ieri sono stati ascoltati gli Ispettori del Corpo Forestale dello Stato, Gianfranco Munari e Stefano Tecini, che avevano effettuato le perquisizioni domiciliari a carico degli imputati»
Il processo è stato aggiornato al 6 marzo 2014 alle ore 14.30 e al 29 maggio 2014 alle 9.15. In giudizio ci sono le presunte condotte illegali che l’allora procuratore Antonio Fojadelli contestò a una ventina di persone, nove delle quali sono a giudizio, chiamate a rispondere di traffico illecito di uccelli da richiamo (bracconaggio). Si tratta di Maurizio Pasini, 53 anni, responsabile di un centro di cattura di volatili di Cordignano, Efrem Bolzan, guardiacaccia in pensione ed Edy Gerotto (entrambi dipendenti della Provincia), Pasquale e Andreas Carlet, Ettore e Loris Garatti, Gianluigi Botteon e Ferruccio Fogale.
A vario titolo, gli sono contestati anche i maltrattamenti di animali, l’abuso d’ufficio e il furto aggravato. L’inchiesta partì nel 2008 quando la Forestale sequestrò il centro di Pasini a Cordignano. Per l’accusa, il 53enne, protetto dai dipendenti della Provincia, avrebbe avuto a sua disposizione una quantità illecita di uccelli protetti dalla Direttiva “Uccelli”, la 2009/147/CE che poi vendeva sul mercato clandestino.
«In Italia abbiamo leggi sulla tutela ambientale scritte per chi le vuole violare – ha aggiunto Zanoni – Lo dimostra il fatto che in questo caso la maggior parte dei reati che riguardano la salvaguardia della fauna selvatica, patrimonio dello Stato e quindi di tutti i cittadini, sono andati prescritti come l’uccellagione, il commercio di specie protette e la detenzione di specie protette e particolarmente protette. A questo punto restano in piedi solo i reati di peculato, maltrattamento di animali e furto ai danni dello Stato, ma anche queste accuse se andiamo avanti così rischiano di cadere in prescrizione. È necessario intervenire urgentemente sulla legislazione attuale e cambiare le norme vigenti fatte ad uso e consumo dei delinquenti».
Era stato organizzato un vero e proprio laboratorio clandestino di vivisezione artigianale dei Tordi da richiamo, dove veniva eseguita l’inumana pratica del sessaggio sui volatili per selezionare i maschi, i soli utilizzabili nella caccia.
«Sono rimasto impressionato e come me tutte le persone presenti in aula tra il pubblico, nel sentire l’Ispettore del Corpo forestale dello Stato che testimoniava la perquisizione da lui effettuata presso un’abitazione privata a Bibano di Godega di Sant’Urbano (TV) dove venivano vivisezionati i Tordi – ha concluso Zanoni – Attraverso la cosiddetta pratica del “sessaggio” dei tordi individuavano i maschi, i soli utilizzabili nella caccia e quasi impossibili da distinguere ad occhio nudo dalle femmine. Queste povere bestiole, con questo metodo barbaro, sono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosissima, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia: viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio. I maschi vengono ricuciti alla buona, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise immediatamente con lo schiacciamento della testa. Questo è quanto accadeva in quella casa».
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