Adriano Celentano, con il suo genio musicale, non ha fatto altro che mettere in musica quello che cittadini e comitati chiedono da anni: via le grandi navi da Venezia! Celentano le chiama “mostri galleggianti”, io aggiungerei “bombe ad orologeria” che incombono su uno dei patrimoni più belli al mondo, la laguna di Venezia. Un valore artistico inestimabile messo a repentaglio dagli interessi economici delle compagnie di navi da crociera che pur di offrire uno spettacolo indimenticabile ai propri passeggeri sono disposte a tutto. Celentano, con le sue parole in musica, canta l’assurdità di centinaia di simili giganti che attraversano tutto il centro storico e passano a poche decine di metri da Palazzo Ducale e Piazza San Marco. Mi auguro che questo canto non diventi un giorno un grido di dolore per un disastro che da anni stiamo cercando di evitare.
«Fino a quando il Comune di Venezia non fermerà quei mostri che galleggiano, quelle orribili navi che sembrano palazzi e che devastano la laguna», canta Celentano. Caro Adriano, hai perfettamente ragione, purtroppo chi di dovere si sta rivelando sordo ai nostri allarmi da ormai troppo tempo. Ho lavorato per un anno a Venezia ma non sono mai riuscito ad abituarmi alla presenza di questi colossi alti 7/8 piani affacciati su piazza San Marco” (FOTO). Non oso pensare cosa potrebbe accadere in caso di incidente, ovvero se un colosso da oltre 114mila tonnellate urtasse ad una certa velocità piazza San Marco con a pochi metri l’antico Palazzo Ducale. Oppure se si dovesse verificare una fuoriuscita di carburante dai loro enormi serbatoi. Oltre al rischio incidente, questo traffico causa a Venezia gravi problemi dovuti allo spostamento di enormi volumi d’acqua, con effetti su rive, sponde dei canali, fondamenta degli edifici, movimentazione dei sedimenti inquinanti depositati nei fondali e inquinamento dovuto alle emissioni dei camini delle navi.
Come eurodeputato ho cercato di sensibilizzare l’Europa chiedendo alla Commissione europea di intercedere nei confronti de governo italiano e del Comune di Venezia per cacciare queste navi e stabilire rigorose normative comunitarie che prevedano distanze di sicurezza da città storiche e ambienti naturali per scongiurare disastri come quello dell’isola del Giglio. Il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik mi ha risposto che “le autorità italiane possono adottare disposizioni di carattere locale in relazione alle acque interne quali la laguna di Venezia” tra cui “restrizioni del traffico o l’uso obbligatorio di combustibili a basso tenore di zolfo per le navi, purché si tratti di misure proporzionate e non discriminatorie”. Purtroppo la reazione italiana la conosciamo bene: il relativo decreto ministeriale su “rotte e inchini in mare” di Clini e Passera non risolve minimamente il problema delle grandi navi rinviando purtroppo il divieto del transito delle “grandi navi” a quando saranno trovate delle rotte alternative, cosa che in Italia si può tradurre in più di vent’anni di attesa. Ancora una volta si è preferito rinviare a chissà quando un problema che andrebbe affrontato con la massima urgenza.
Nel frattempo i cittadini non dormono. Il Comitato NO Grandi Navi Laguna Bene Comune ha festeggiato a modo suo il Martedì Grasso consegnando alla Capitaneria di Porto oltre 12 mila firme raccolte per dire no a un modello di crocerismo incompatibile con la sicurezza della città, la salute dei cittadini, il recupero morfologico della laguna. Si è trattato di una petizione che ho appoggiato disponibile in italiano, francese, inglese, spagnolo e presto in tedesco perché Venezia è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. Con bandiere, striscioni, trombe e fischietti, i cittadini hanno raggiunto la sede della Capitaneria dove hanno tenuto un breve presidio mentre una delegazione protocollava negli uffici il plico delle firme che chiedono l’immediata estromissione dalla laguna delle navi oltre le 40 mila tonnellate di stazza lorda affrontando da subito le soluzioni definitive e evitando devastanti soluzioni provvisorie come lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo o l’allargamento del Canale dei Petroli (VIDEO).
Ma come canta Celentano, questi “mostri galleggianti” continuano a devastare la laguna. Nel frattempo le autorità, invece che intervenire con un semplice divieto di transito, si affannano a mettere a punto progetti industriali elaboratissimi per non rinunciare al giro d’affari delle navi da crociera. Canali, stazioni marittime, terminal e quant’altro. Intanto i tempi si allungano e il pericolo per la laguna resta.
Andrea Zanoni